Banche Dopo la fusione tra UBS e CS, il settore bancario svizzero è in grande movimento

hm, ats

4.1.2024 - 17:01

Ciascun istituto cerca di influenzare i flussi di denaro.
Ciascun istituto cerca di influenzare i flussi di denaro.
Keystone

Il settore bancario svizzero appare in grande movimento, dopo l'acquisizione di un operatore storico quale Credit Suisse (CS) da parte del concorrente UBS.

Keystone-SDA, hm, ats

Numerosi istituti, in particolare cantonali, hanno beneficiato di un forte afflusso di risparmi da parte di ex clienti CS. Intanto le banche private e le società estere si stanno contendendo i clienti più facoltosi e il personale qualificato.

Le carte vengono rimescolate, emerge da un giro d'orizzonte effettuato dall'agenzia Awp. Fra gli approfittatori della situazione figurano sicuramente le banche cantonali: in uno studio pubblicato di recente la Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU) stima che oltre l'80% dei depositi ritirati da CS sia stato convogliato verso istituti statali. «Questo dimostra il desiderio dei risparmiatori di avere stabilità e sicurezza», commenta Andreas Dietrich, professore alla HSLU.

Le banche cantonali hanno superato i grandi istituti

Secondo la ricerca tra agosto 2022 e aprile 2023 la quota delle grandi banche sul totale dei depositi dei clienti svizzeri si è ridotta di 4 punti percentuali, passando al 28%. Le banche cantonali hanno superato le grandi banche e ora sono al 32%. Per contro, gli altri gruppi del ramo, come Raiffeisen e le banche regionali, hanno registrato solo una crescita moderata.

Ma anche le banche di gestione patrimoniale non si sono lasciate sfuggire l'occasione. «Il grande tema nel 2023 era sottrarre a CS i consulenti alla clientela», afferma Andreas Venditti, analista di Vontobel.

Assumendo numerosi nuovi impiegati e spesso interi team gli istituti hanno scatenato un'ondata di cambiamenti di personale: persone ambite con interessanti dossier di clienti sono state attirate, spesso con il disappunto di UBS, anche con pagamenti elevati.

Un impatto limitato sui patrimoni

Malgrado ciò la nuova situazione ha avuto finora un impatto limitato sui patrimoni dei clienti delle banche private svizzere. Grandi istituti come Julius Bär, Pictet ed EFG hanno sì registrato nuovi afflussi di denaro nel 2023, rimanendo però al di sotto delle aspettative di molti investitori.

«Gli attivi in gestione si stanno sviluppando piuttosto lentamente», ha affermato l'esperto bancario di KPMG Christian Hintermann in una recente intervista al portale web Finews.

Secondo gli osservatori ciò è probabilmente dovuto al fatto che i nuovi consulenti alla clientela diventano produttivi solo dopo mesi. Devono spesso rispettare lunghi periodi di sospensione, dopo aver cambiato lavoro. Inoltre devono anche familiarizzarsi con i sistemi e le offerte del nuovo istituto prima di poter contattare i clienti e convincerli a saltare il fosso.

Resta da stabilire quanto i consulenti alla clientela saranno redditizi. «Sarà interessante vedere se le nuove assunzioni si manifesteranno solo in costi aggiuntivi elevati o anche in una crescita dei patrimoni dei clienti», dichiara Hintermann. Gli analisti si aspettano sicuramente un aumento degli afflussi per istituti come Julius Bär ed EFG nei prossimi due anni.

Anche le banche straniere sentono il cambiamento elvetico

Ma anche molte banche straniere sentono il vento del cambiamento sul mercato elvetico. Istituti quali Deutsche Bank, Commerzbank e BNP Paribas hanno messo gli occhi soprattutto sui clienti aziendali, che sono alla ricerca di una nuova relazione bancaria dopo l'uscita di scena CS. Ad esempio, una grande banca statunitense come JPMorgan si è presentata pubblicamente come istituto per le piccole e medie imprese elvetiche.

Intanto comunque UBS non rimane inattiva: il management della banca risultante dalla fusione si è esplicitamente impegnato a riconquistare il maggior numero possibile di clienti e di depositi. Per Venditti questo potrebbe essere piuttosto realistico: anche se molti clienti di CS hanno ritirato i loro fondi non hanno abbandonato completamente la società. «Soprattutto se ci sono ancora gli stessi consulenti una parte degli averi potrebbe rientrare», conclude lo specialista.