Nuove modalità di impiego Telelavoro fa bene a ambiente? non per forza

ATS

1.10.2020 - 14:03

Lavorare da casa può generare anche effetti perversi, dal profilo ambientale.
Lavorare da casa può generare anche effetti perversi, dal profilo ambientale.
Source: KEYSTONE/DPA/SEBASTIAN GOLLNOW

Il telelavoro non è necessariamente un bene per l'ambiente: può in effetti permettere di ridurre il traffico pendolare, ma è anche in grado di innescare meccanismi perversi, spingendo le persone ad abitare in zone discoste, affermano gli esperti.

Ha comunque la potenzialità per dare un contributo ecologico non trascurabile anche a livello globale.

Per coloro che vedono lo smart working come un rimedio contro gli ingorghi e l'inquinamento il risveglio rischia di essere amaro, se la nuova modalità di impiego non è preparata con la necessaria attenzione, afferma oggi La Tribune de Genève in un articolo dedicato al tema.

«Il rischio è molto reale», avverte Vincent Kaufmann, professore ginevrino specialista della mobilità, citato nella testata. Lo specialista cita l'esempio di una grande azienda del suo cantone che, spinta da motivazioni ecologiche, è stata pioniera del telelavoro per diversi anni, ma che ha visto molti dipendenti andare ad esiliarsi su qualche paesino alpestre e macinare chilometri e chilometri in auto quando tornano alla sede centrale.

«Il telelavoro permette di vivere più lontano dal proprio impiego o, più probabilmente, di scegliere un lavoro più lontano da casa», conferma Sébastien Munafò, direttore della filiale svizzera della società di consulenza 6-t, che ha appena pubblicato uno studio sul tema. I ginevrini possono così candidarsi per professioni in luoghi meno vicini della Svizzera romanda, mentre i datori di lavoro possono reclutare talenti svizzeri da più lontano.

La ricerca di 6-t ha misurato le differenze in termini di mobilità, tenendo conto dei complessi viaggi tra casa e lavoro che vengono utilizzati anche per attività accessorie (accompagnamento dei bambini, shopping, tempo libero). Giornalmente il telelavoratore viaggia meno spesso, ma su distanze più lunghe. Il bilancio settimanale rimane comunque vantaggioso per l'ambiente. Vi è inoltre un extra-bonus ecologico: lo studio dimostra che il telelavoratore abituale tende a preferire il trasporto pubblico.

Ma facendo bene i calcoli, chi abbraccia il telelavoro contribuisce a salvare il pianeta? Tenendo conto anche degli effetti perversi sopra menzionati, lo studio di 6-t mostra una riduzione dell'1,4% del numero totale di chilometri globali percorsi nei giorni feriali, cosa che riduce le emissioni complessive di CO2 dello 0,8%.

Un valore che può essere considerato modesto, peraltro dovuto al fatto che le persone attive professionalmente sono solo una parte della popolazione e i loro viaggi da pendolari non rappresentano gli unici spostamenti. Ma il gioco vale la candela, secondo Munafò: «non conosco nessun'altra misura che possa essere attuata in modo così facile e veloce e ridurre così tanto i gas serra», sottolinea l'esperto in dichiarazioni alla Tribune de Genève. Inoltre l'aumento dello smart working allevierebbe la pressione sulle infrastrutture, con la conseguenza che non si dovrebbe costruirne di nuove.

Stando a Munafò lo sviluppo del telelavoro deve comunque essere accompagnato dalla promozione del trasporto pubblico, per evitare un impatto controproducente. Kaufmann è d'accordo: «La possibilità di telelavoro potrebbe essere subordinata alla rinuncia a un posto auto nel luogo di lavoro», afferma. «In altre parole: lavorate da casa se volete, ma lasciate l'auto in garage quando venite in ufficio».

Sébastien Munafò teme anche che l'appetito della «Grande Ginevra» per le nuove forme di impiego a distanza possa fare rima con un'inondazione di auto. Un altro studio del suo ufficio mostra infatti che la metà degli abitanti dipartimento francese dell'Alta Savoia, al confine con la Svizzera, vive in zone che, se si applicassero i criteri della Confederazione, sarebbero considerate non servite dai mezzi pubblici. Si tratta di un'area che è inoltre ricca di interessanti opportunità immobiliari, a fronte di una Ginevra molto cara. Questa la renderebbe attraente per il telelavoratore.

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