Processo a Credit Suisse Processo a Credit Suisse, prescritti i fatti precedenti al febbraio del 2007 

fc, ats

8.2.2022 - 18:51

La sede del Tribunale penale federale (TPF) a Bellinzona
La sede del Tribunale penale federale (TPF) a Bellinzona
Keystone

Nel processo nei confronti del Credit Suisse e altri imputati – accusati di legami con una rete criminale bulgara – i fatti verificatisi prima del 7 febbraio 2007 sono prescritti e non saranno pertanto esaminati dai giudici. Lo ha deciso il TPF.

fc, ats

La prescrizione era stata invocata dalla difesa, che ieri ha ricordato come il riciclaggio di denaro cade in prescrizione dopo sette anni, quello aggravato dopo 15 anni.

Oggi la Corte degli affari penali del Tribunale penale federale (TPF) ha anch'essa ricordato come il termine di prescrizione è di 15 anni per l'appartenenza o il sostegno a un'organizzazione criminale nonché per il riciclaggio aggravato. Quest'ultimo è valutato in base alla somma in questione e non al guadagno realizzato dagli imputati, hanno spiegato i giudici.

Nel caso in questione, sembra esserci un riciclaggio di denaro aggravato, afferma il TPF. Questo aspetto sarà ulteriormente approfondito durante il processo. Per quanto riguarda l'organizzazione criminale, si tratta di reati ripetuti che vanno valutati nella loro globalità. I giudici hanno poi chiarito che, in base alla procedura penale, la prescrizione di ciascun fatto sarà esaminata al momento della sentenza.

Il tribunale ha anche respinto le obiezioni del Credit Suisse, che miravano ad escludere dal procedimento un rapporto forense del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e tre decisioni dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA).

Il caso

Il Credit Suisse e quattro coimputati – una ex collaboratrice del CS, due cittadini bulgari e un ex dipendente di Julius Bär – sono a processo da ieri davanti al TPF a causa della loro presunta relazione con una rete mafiosa bulgara dedita all'importazione di cocaina dal Sud America e diretta da Evelin Banev. Si parla del riciclaggio di oltre 70 milioni di franchi fra il 2004 e il 2007.

Secondo l'accusa, Credit Suisse non avrebbe preso tutte le precauzioni necessarie. Soprattutto una ex dipendente avrebbe ignorato le forti indicazioni di origine criminale dei soldi depositati su conti aperti da persone vicine a Banev. Quest'ultimo è stato condannato a lunghe pene detentive in patria, in Italia e in Romania. Dopo una latitanza fra il 2015 e il 2021, è stato arrestato in Ucraina.

In una presa di posizione giunta a Keystone-ATS, la settimana scorsa Credit Suisse aveva respinto «nel modo più assoluto tutte le accuse mosse nell'ambito di questo caso legato a passate gestioni», definendole «inconsistenti». Anche la ex collaboratrice viene difesa «risolutamente».