Trasporti L'UE vuole armonizzare la navigazione sul Reno, Svizzera preoccupata 

bs, ats

20.3.2022 - 13:23

Secondo i porti svizzeri del Reno, ogni anno vengono trasbordate circa sei milioni di tonnellate di merci e circa 125'000 container. (Immagine d'archivio)
Secondo i porti svizzeri del Reno, ogni anno vengono trasbordate circa sei milioni di tonnellate di merci e circa 125'000 container. (Immagine d'archivio)
Keystone

La Commissione centrale per la navigazione del Reno (CCNR), di cui la Svizzera è membro, assicura il flusso regolare di merci e persone sul fiume. Tuttavia, Bruxelles vuole ora armonizzare la navigazione interna in Europa e centralizzare le competenze.

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Ciò potrebbe rappresentare un problema per i porti svizzeri del Reno.

«Il traffico merci sul Reno attualmente funziona molto bene», dice a Keystone-ATS Florian Röthlingshöfer, direttore dei porti svizzeri del Reno. È un fatto importante per l'economia elvetica.

Uno sguardo alle cifre lo conferma: «Più del 10% di tutto il commercio estero svizzero» passa attraverso il Reno, scrive l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) sul suo sito web. Secondo i porti svizzeri del Reno, ogni anno vengono trasbordate circa sei milioni di tonnellate di merci e circa 125'000 container.

Per rafforzare ulteriormente la già buona cooperazione sul fiume, Röthlingshöfer mercoledì firmerà un cosiddetto memorandum d'intesa con il porto di Rotterdam (Paesi Bassi). Sarà presente anche la consigliera federale Simonetta Sommaruga, responsabile del Dipartimento federale dei trasporti (DATEC).

Ma la situazione potrebbe presto diventare più difficile per i porti svizzeri del Reno. Con la graduale integrazione del mercato interno dell'Ue, la Commissione europea sta armonizzando anche la navigazione interna.

Incertezze per la Svizzera

Di per sé, questo è un passo positivo per il settore, afferma Röthlingshöfer. «Ma abbiamo constatato che, nell'ambito di questa armonizzazione, la Commissione europea vorrebbe che delle competenze della CCNR le siano attribuite».

Questa tendenza dovrebbe anche essere rafforzata dal Patto verde europeo (spesso designato in area italofona anche come Green Deal europeo), ossia l'insieme di iniziative politiche proposte dall'esecutivo europeo con l'obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

Per ridurre le emissioni di CO2, Bruxelles vorrebbe sviluppare la navigazione interna. Secondo la commissaria europea ai trasporti Adriana Valean, la navigazione interna «ha il potenziale per giocare un ruolo centrale nella decarbonizzazione del nostro sistema di trasporto».

Accesso alle banche dati

Per Röthlingshöfer, l'obiettivo è di per sé positivo per i porti interni. Ma questo sviluppo potrebbe prima o poi porre problemi alla Svizzera. Ad esempio, nel caso delle licenze di guida per le imbarcazioni. Attualmente, queste sono registrate in una banca dati centrale a cui hanno accesso gli Stati membri della CCNR. In caso di trasferimento di competenze, per la Svizzera si porrebbe la questione dell'accesso a tali informazioni.

La cooperazione tra gli Stati all'interno della CCNR si è rivelata finora un successo. La sua base giuridica è il Mannheimer Akte, un accordo che risale al 1868. Grazie ad esso, la navigazione è stata armonizzata e i regolamenti sono uniformi. Il compito della Commissione centrale è di continuare a impegnarsi per la «libera navigazione sul Reno», secondo il suo sito web.

Questione politica come la borsa?

I membri della CCNR sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Svizzera. Poiché la Confederazione è «l'unico paese non membro dell'Ue, questo organismo è estremamente importante per noi», sottolinea Röthlingshöfer.

Se un trasferimento di competenze a Bruxelles dovesse concretizzarsi, la Svizzera non avrebbe altra scelta che riprendere i regolamenti dell'Ue nel campo della navigazione interna. La navigazione svizzera sul Reno potrebbe anche diventare una questione politica, come avvenuto per la borsa svizzera e il settore della tecnologia medica.

La Camera di commercio delle due Basilea è consapevole del problema. La sua presidente nonché consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL) chiede al Consiglio federale di chiarire al più presto le questioni istituzionali con l'Ue: «È l'unico modo per garantire la sicurezza giuridica così importante per i porti del Reno di Basilea e per le imprese svizzere».

Secondo Röthlingshöfer, gli Stati membri della Commissione centrale stessa costituiscono un atout riguardo al mantenimento delle sue competenze «poiché la cooperazione all'interno dell'ente è semplice e funziona perfettamente». Vogliamo mantenere questa qualità, ma allo stesso tempo cercare una cooperazione costruttiva con l'Ue, aggiunge.