PoliticaTerremoto nei Verdi liberali: se ne va il Ceo di Breitling, importante finanziatore: «Ero un corpo estraneo»
hm, ats
17.5.2024 - 11:00
Il partito svizzero dei Verdi liberali (PVL) perde un membro illustre e un importante finanziatore.
hm, ats
17.05.2024, 11:00
17.05.2024, 14:31
SDA
Georges Kern, presidente della direzione del marchio orologiero Breitling, lascia la formazione politica, a cui non aveva mancato di muovere critiche dopo il disastro elettorale dell'ottobre 2023.
«Come Ceo e dirigente di lunga data è impegnativo entrare in un partito», afferma il 59enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ).
«In politica i processi sono molto lunghi, macchinosi e talvolta inefficienti. La leadership classica non può essere applicata. E come imprenditori, non si è guidati tanto dall'idealismo, quanto dal pragmatismo. In questo senso, ero certamente un corpo estraneo al partito».
Che tipo d'esperienza è stata?
Kern era attivo nel comitato direttivo della sezione cantonale zurighese. «A un certo punto ho però dovuto rendermi conto che difficilmente avrei potuto muovere qualcosa», prosegue il manager nato a Düsseldorf.
«È stata comunque un'esperienza istruttiva». Perché non rimanere – chiede il giornalista NZZ – un semplice affiliato al PVL? «No, o sono completamente impegnato o non lo sono affatto», è stata la risposta.
Ha finanziato molto i candidati del partito
L'imprenditore è stato un importante donatore del partito. Per esempio è intervenuto con 40'000 franchi per la campagna elettorale di Tiana Moser, eletta nel 2023 al Consiglio degli stati dopo aver speso complessivamente 400'000 franchi, la somma più alta fra i membri della camera dei cantoni.
A titolo di confronto i ticinesi Marco Chiesa (UDC) e Fabio Regazzi (Centro) hanno messo sul tavolo poco più di 150'000 franchi a testa.
«Ho sostenuto finanziariamente molti candidati alle elezioni del governo cantonale, del Consiglio nazionale e del Consiglio degli stati», spiega a questo proposito l'intervistato.
«Tiana Moser era la migliore candidata e la sua elezione è stata un raggio di speranza in un anno elettorale molto complicato per il PVL».
«È il momento migliore per dire addio»
Il dirigente assicura che il rapporto con il partito non è andato a pezzi. «Andavo molto d'accordo con molte persone intelligenti della dirigenza. Ma, naturalmente, di tanto in tanto venivo attaccato dalle persone di sinistra del partito, anche se questo non è mai stato un vero problema. Ora un ciclo è semplicemente finito. È il momento migliore per dire addio».
Dopo la sconfitta nelle elezioni federali dello scorso anno – al Nazionale i Verdi liberali hanno perso 6 seggi, scendendo a 10: hanno raccolto il 7,6% dei consensi (-0,2 punti rispetto al 2019) – Kern si era peraltro espresso a favore dell'eliminazione del termine «verdi» nel nome e per una fusione con il Centro.
«Ho ricevuto molti riscontri positivi: all'epoca si trattava di trovare soluzioni dopo le deludenti elezioni».
«Se un prodotto non vende bene, è logico chiedersi come migliorarlo»
«La mia visione del PVL è sempre stata quella di un imprenditore», argomenta il dirigente con studi in scienze politiche a Strasburgo e in economia a San Gallo.
«Se un prodotto o un marchio non vende abbastanza bene, è logico chiedersi come migliorarlo. Sono più che mai convinto che sia perfettamente sensato formare un partito di centro davvero forte. Il centro politico in Svizzera non è abbastanza unito, ci sono tre partiti, e questo non fa che aiutare le formazioni di sinistra e di destra».
«Sviluppo marchi da oltre trent'anni. Anche per un partito, la prima cosa di cui ha bisogno è un programma che risponda alle preoccupazioni dei suoi cittadini. Le questioni che preoccupano sono i costi della sanità, la carenza di alloggi, l'immigrazione, l'istruzione, la conservazione della natura e la protezione del clima.»
«E le buone soluzioni devono essere comunicate in forma semplice. Quindi è necessario un marchio valido e in linea con i tempi. Il rebranding del PPD come partito del Centro ha dimostrato quanto questo possa essere utile».
Servono però anche personalità adatte. «La politica vive di figure popolari e carismatiche come Toni Brunner nell'UDC, in passato, o Pierre-Yves Maillard nel partito socialista odierno. Questi personaggi sono utili in ogni formazione politica. Infine, è necessaria la giusta comunicazione per far passare i temi in modo emotivo», conclude Kern.