L'inchiesta di K-TippFino a un terzo dei vestiti nuovi finisce all'inceneritore in Svizzera
hm, ats
20.9.2023 - 16:00
Fino a un terzo dei vestiti nuovi messi in vendita nei negozi in Svizzera non trova un compratore e viene in seguito bruciato per far posto ad altre collezioni: è quanto denuncia K-Tipp, che nel numero oggi, mercoledì, in edicola pubblica un'inchiesta sul tema.
Keystone-SDA, hm, ats
20.09.2023, 16:00
20.09.2023, 16:07
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«Stimo che in Svizzera il 30% dei tessili offerti non venga venduto», afferma Andrea Weber-Hansen, specialista del ramo in questione e professoressa alla Hochschule Luzern (HSLU), scuola universitaria professionale di Lucerna. «Gran parte dello stock invenduto viene bruciato in Svizzera», aggiunge in dichiarazioni riportate dal periodico consumeristico.
Un commerciante di lunga data ha confermato a K-Tipp che i negozi di abbigliamento non vendono circa un terzo della merce nuova: un altro terzo trova un compratore solo con uno sconto, mentre solo un terzo viene venduto al prezzo originale pubblicizzato. Stando a quanto riferito da un dipendente di un marchio di primo piano dopo due anni nell'outlet gli abiti vengono gettati, per proteggere gli elevati prezzi degli articoli.
La ragione di questi numeri?
Perché questi numeri? Il prezzo unitario di un capo di abbigliamento diventa rapidamente più conveniente quanto ne vengono ordinati tanti, spiega il periodico. Di conseguenza, molti rivenditori acquistano quantità maggiori di quelle che possono poi effettivamente smerciare. «Ogni commerciante si aspetta una crescita, ma il mercato è saturo», afferma un operatore.
Stando alle ricerche di K-Tipp per gli impianti di incenerimento elvetici l'accettazione di merci nuove di zecca è cosa di routine. Un collaboratore della testata si è finto un commerciante di vestiti e ha chiesto a dieci impianti di smaltimento della Svizzera tedesca di offrire l'incenerimento di tre tonnellate di abiti nuovi: tutti gli operatori degli impianti hanno descritto la richiesta come un ordine «del tutto normale». Bruciare i vestiti costa tra i 160 e i 350 franchi a tonnellata, a seconda dell'impianto di smaltimento: è quindi molto economico per i commercianti.
Un tema sempre più sentito
Il tema degli abiti invenduti sta diventando sempre più sentito anche a livello internazionale: in Francia dall'anno scorso è vietato distruggere vestiti nuovi. Stando ai calcoli dell'Ufficio europeo dell'ambiente nel 2021 nell'Ue sono stati distrutti indumenti per un valore di almeno 2,9 miliardi di franchi.
Anche il mondo politico si sta muovendo. Il consigliere nazionale François Pointet (PVL/VD) ha invitato il Consiglio federale di obbligare i commercianti di moda a fornire informazioni sulla distruzione dei vestiti nuovi. il 54enne ha anche chiesto che le merci in eccedenza vengano donate o riciclate, invece di essere incenerite. Il governo non ha ancora risposto.