Web tax Facebook per regole fiscali globali eque per Internet

ATS

17.2.2020 - 21:16

Bruxelles inizia a fare sul serio sul digitale e, davanti alla possibilità di norme più severe, Facebook depone le ostilità (foto d'archivio)
Bruxelles inizia a fare sul serio sul digitale e, davanti alla possibilità di norme più severe, Facebook depone le ostilità (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/AP/Richard Drew

Un compromesso tra le Big Tech e l'Unione Europea è possibile. Bruxelles inizia a fare sul serio sul digitale e, davanti alla possibilità di norme più severe, Facebook depone le ostilità.

A metterci la faccia è il fondatore dell'impero social di Menlo Park, Mark Zuckerberg, che si presenta al cospetto dei commissari Vestager, Breton e Jourova. E, a due anni dall'audizione su Cambridge Analytica, si dice pronto anche a subire «danni nel breve periodo» da una maggiore regolamentazione, conscio dell'importanza che la sfida rappresenta «nel lungo termine».

A partire dalla web tax, che porterebbe nelle casse europee fino al 4% in più di entrate per ogni Stato.

Zuckerberg: «Sosteniamo gli sforzi dell'Ocse»

«Le aziende tecnologiche – ha assicurato Zuckerberg dalle colonne del Financial Times – dovrebbero servire la società e pertanto sosteniamo gli sforzi dell'Ocse per creare regole fiscali globali eque per Internet».

E, se non si dovesse trovare l'accordo internazionale osteggiato dagli Stati Uniti, Bruxelles ha promesso di agire da sola. Nella bozza del 'white paper' in cui mercoledì scoprirà le sue carte sull'intelligenza artificiale, l'esecutivo europeo parla chiaro: «Le compagnie che vogliono giocare in Europa devono pagare in Europa, è inaccettabile che alcune società paghino le tasse e altre no».

«Le Big Tech parte dei problemi che hanno contribuito a creare»

Il tono conciliante di Facebook quindi non appaga l'UE. Perché, dice la commissaria per la Trasparenza, Vera Jourova, le Big Tech sono «parte dei problemi che esse stesse hanno contribuito a creare». Tra cui algoritmi e trattamento dei dati personali opachi, diffusione di fake news e discorsi di odio. Su cui a Bruxelles non vogliono più transigere.

«Se tutte le piattaforme che operano in Europa non rispetteranno le condizioni» per frenare l'odio e la disinformazione online, «saremo costretti a intervenire in modo più severo», ha avvertito il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, che attende una presa di responsabilità da parte delle Big Tech «nei confronti dei cittadini e della democrazia».

Raramente c'è una risposta «giusta» per il web, ha sottolineato Zuckerberg, «ma è altrettanto importante che le decisioni vengano prese in un modo ritenuto legittimo dalle persone». Proprio quelle che l'Ue vuole tenere al centro dell'innovazione: a Facebook la scelta tra essere «una forza del bene o del male».

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