Turismo WEF: il turismo in forte crescita rischia di innescare la crisi 

ATS

4.9.2019 - 11:56

Le navi da crociera a Venezia hanno suscitato un vasto malumore.
Le navi da crociera a Venezia hanno suscitato un vasto malumore.
Source: KEYSTONE/AP/LUCA BRUNO

Il settore del turismo sta conoscendo una crescita folgorante che espone numerosi Paesi a pressioni al limite del sopportabile.

Lo dice un'indagine del Forum economico mondiale (WEF), secondo cui la Svizzera è decima in termini di competitività, posizione immutata rispetto a due anni or sono.

Nel suo rapporto biennale sulla competitività del settore del turismo e del viaggio (TTCR), la fondazione ginevrina stila una classifica dei 140 Paesi che rappresentano il 98% del valore aggiunto generato dal turismo. Oltre alle informazioni per i singoli Stati, traccia un bilancio complessivo del settore.

Domanda a livelli insostenibili

Il ramo turistico, di cui il TTCR scruta gli arcani da oltre un decennio, fa segnare una «crescita sostenuta» quasi ovunque. Il rapporto mette in guardia dall'avvicinarsi di una «svolta»: fattori come la riduzione dei prezzi e la diminuzione degli ostacoli ai viaggi «fanno aumentare la domanda a livelli insostenibili».

La pressione non è solo imminente, ma già palese in perle turistiche mondiali. Il WEF fa, tra gli altri, l'esempio delle autorità di Venezia, con i loro piani per allontanare le navi da crociera.

La Svizzera fra i 10 paesi più a rischio

La «pressione» dei vacanzieri rischia di essere particolarmente sensibile nelle dieci economie più competitive del settore, che da sole rappresentano più di un terzo degli arrivi internazionali.

E la Svizzera è all'ultimo posto di questa top ten, come nell'indagine del 2017. Ottiene un 5 come nota globale (che va da un minimo di 1 a un massimo di 7).

Il dato nasconde una grande variabilità della Confederazione in termini di competitività turistica a seconda dei macrocriteri considerati: per il WEF la Svizzera è ad esempio al primo posto in termini di «sostenibilità ambientale», ma è quartultima (137esima, scendendo di un rango) alla voce «competitività dei prezzi».

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