Coronavirus Coronavirus: 100.000 morti Gb, alcuni scienziati accusano governo

SDA

27.1.2021 - 12:38

Il premier britannico Borsi Johnson
Il premier britannico Borsi Johnson
Keystone

C'è anche «un'eredità di decisioni sbagliate» o tardive da parte del governo di Boris Johnson, oltre a problemi d'impreparazione alla pandemia frutto dei colpi inferti alla sanità pubblica negli anni, fra le cause del pesantissimo bilancio di morti per Covid.

Lo affermano alcuni esperti citati dai media all'indomani dell'ufficializzazione del superamento delle 100.000 vittime nel Regno Unito, primo Paese europeo a sfondare questa soglia tragica a circa un anno dall'esplosione globale dell'infezione; mentre il Labour imputa addirittura un fallimento «monumentale» al premier Tory e alla sua compagine.

Linda Bauld, docente di Salute Pubblica all'Università di Edimburgo, punta il dito in particolare sulle «decisioni sbagliate» attribuite al governo Johnson sull'alleggerimento post-estivo del lockdown, sull'insufficiente risultato del sistema di test e tracciamento e «sull'assoluta incapacità di riconoscere» in anticipo la necessità di imporre restrizioni ai confini e ai viaggi internazionali.

Mentre l'epidemiologo Michael Marmot, autore di una rapporto sulle conseguenze sociali della pandemia, nota piuttosto come il Regno si sia presentato «in cattivo stato» all'appuntamento con la pandemia a causa di anni di «tagli agli investimenti» nella sanità pubblica, aumento delle «disuguaglianze» sull'accesso ai servizi, rallentamento fra i più poveri delle statistiche sulle aspettative di vita.

Un terzo accademico, Neil Ferguson, biologo matematico dell'Imperial College e autore – in veste di consulente dello stesso governo – del modello che indusse nella primavera 2020 Johnson a decretare dopo alcune esitazioni il primo lockdown nazionale, critica a sua volta la scelta fatta dall'esecutivo di allentare le maglie «a settembre», quando i numeri sui contagi erano scesi. Scelta fatale a suo dire che avrebbe impedito di ridurre di molto i morti dell'attuale ondata.

A cavalcare queste contestazioni è fra i primi Jonathan Ashworth, ministro ombra della Sanità nell'opposizione laburista, che parla di «errori monumentali» e definisce «inaccettabile» che Johnson abbia rivendicato ancora ieri «d'aver fatto tutto il possibile».

Mentre il ministro conservatore Robert Jenrick, membro del consiglio di gabinetto Tory, parla di accuse «ingiuste e ingenerose». Jenrick ammette che, «con il senno di poi», alcune decisioni avrebbero potuto essere diverse, ma afferma che l'esecutivo si è ritrovato «senza linee guida» dinanzi a una situazione senza precedenti; mentre ricorda come abbia reagito con le restrizioni territoriali del sistema «dei tier» già ai primi segnali di ripresa dei contagi dopo l'estate e in generale abbia cercato «sempre di basarsi sulle migliori raccomandazioni mediche e scientifiche disponibili» al momento dato.

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