Crimea Crimea: Kiev vince prima battaglia contro Mosca a Strasburgo

SDA

14.1.2021 - 13:02

Nel decidere a favore di Kiev i togati di Strasburgo hanno preso in considerazione non solo il dispiegamento delle truppe russe, e il loro ruolo in Crimea, ma anche due dichiarazioni fatte dal Presidente Vladimir Putin (foto d'archivio)
Nel decidere a favore di Kiev i togati di Strasburgo hanno preso in considerazione non solo il dispiegamento delle truppe russe, e il loro ruolo in Crimea, ma anche due dichiarazioni fatte dal Presidente Vladimir Putin (foto d'archivio)
Keystone

L'Ucraina ha vinto a Strasburgo la sua prima battaglia contro la Russia per quanto concerne la Crimea.

Kiev è infatti riuscita a convincere la Corte europea dei Diritti umani che Mosca esercitava «un controllo effettivo» nella zona sin dal 27 febbraio 2014 e che quindi può essere ritenuta responsabile per quanto accaduto nella penisola di Crimea da quella data.

Questo primo passo è fondamentale per Kiev che in numerosi ricorsi alla Corte di Strasburgo accusa la Russia di aver attuato uno schema di violazioni costanti nei confronti di una parte della popolazione della Crimea.

La Corte europea dei Diritti umani ha reso noto di avere sufficienti prove per iniziare a valutare alcune delle accuse fatte da Kiev a Mosca relative alla Crimea.

Tra queste ci sono la scomparsa di persone, i maltrattamenti e le detenzioni arbitrarie, l'imposizione automatica della cittadinanza russa, l'intimidazione dei leader religiosi che non si conformano alla fede russo-ortodossa, la soppressione dei media non russi, il divieto delle manifestazioni pro ucraine, l'espropriazione di proprietà private e aziendali senza compenso, e il divieto a usare l'ucraino nelle scuole.

Nella decisione definitiva resa pubblica oggi, su due dei ricorsi fatti dall'Ucraina contro la Russia concernenti la Crimea, la Corte di Strasburgo ha stabilito che non ci sono dubbi sul fatto che Mosca abbia avuto il controllo della zona dal 27 febbraio 2014, ma si è riservata di decidere in seguito se è stata anche responsabile – come sostiene Kiev – di alcune delle violazioni dei diritti di una parte della popolazione.

La Corte sottolinea che questa decisione, e quelle future, non concernono la legittimità dell'annessione della Crimea da parte della Russia. La decisione presa oggi, dice la Corte di Strasburgo, si basa sulle «prove coerenti fornite dal governo ucraino» sugli eventi che hanno portato al passaggio di potere in Crimea, che contraddicono la tesi russa secondo cui Mosca avrebbe avuto la giurisdizione di questo territorio solo dopo il 18 marzo del 2014, quando entrò a far parte della Federazione.

Nel decidere a favore di Kiev i togati di Strasburgo hanno preso in considerazione non solo il dispiegamento delle truppe russe, e il loro ruolo in Crimea, ma anche due dichiarazioni fatte dal Presidente Vladimir Putin. La prima, nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 2014 quando affermò di aver preso la decisione di «iniziare a lavorare per il ritorno della Crimea alla Federazione Russa» e l'altra del 17 aprile dello stesso anno, quando in un'intervista ammise che la Russia «aveva disarmato i militari e le forze dell'ordine ucraine» e che i militari russi stavano dando man forte alle forze di auto difesa in Crimea».

Tornare alla home page