Giustizia Caso Chagaev: nuovo ricorso al Tribunale federale

ev, ats

3.3.2021 - 15:42

L'ex presidente del Neuchatel Xamax, Bulat Chagaev (foto d'archivio)
L'ex presidente del Neuchatel Xamax, Bulat Chagaev (foto d'archivio)
Keystone

Il caso di Bulat Chagaev nell'ambito del fallimento del club di calcio del Neuchâtel Xamax, di cui il ceceno era proprietario, torna davanti al Tribunale federale (TF).

Dimitri Iafaev, avvocato di Chagaev, ha infatti inoltrato ricorso contro la sentenza emessa lo scorso dicembre dalla Corte penale del tribunale cantonale neocastellano considerandola non «completamente soddisfacente».

L'informazione, fornita dalla radio neocastellana RTN, è stata confermata oggi dallo stesso Iafaev a Keystone-ATS. «Crediamo che il caso non sia stato trattato con obiettività», ha detto.

Il ricorso, depositato il 23 febbraio, fa seguito alla sentenza dello scorso 17 dicembre contro l'uomo d'affari ceceno sotto la cui direzione il Neuchâtel Xamax è fallito nel 2012: la Corte penale del tribunale cantonale neocastellano aveva condannato Chagaev, assente all'udienza, a 30 mesi di detenzione di cui 12 da scontare per cattiva gestione e amministrazione infedele. La difesa aveva chiesto l'assoluzione.

L'avvocato dell'imputato aveva lasciato intendere che voleva portare di nuovo il caso davanti ai giudici di Mon Repos. Iafaev ritiene che d'ora in poi tutte le questioni «devono essere trattate in modo completo e dettagliato».

Chagaev aveva comprato il Neuchâtel Xamax dall'ex patron Sylvio Bernasconi Il 12 maggio del 2011. Sotto la sua direzione, il club era fallito il 26 gennaio 2012, nel bel mezzo della stagione calcistica, perdendo la licenza di Super League. A causa della montagna di debiti lasciati alle spalle – si parla di un buco di 13,8 milioni di franchi – il ceceno è stato messo in detenzione preventiva, prima di venir liberato su cauzione dopo quattro mesi.

L'uomo d'affari, in possesso di passaporto russo, nell'agosto del 2013 ha poi dovuto lasciare la Svizzera su ordine del canton Vaud, che ne ha decretato l'espulsione dal Paese. La sua villa a Saint-Sulpice (VD), borgo sul Lemano nei pressi di Losanna, è stata venduta all'asta per 2,5 milioni di franchi e le sue automobili sono finite sotto sequestro.

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