Medio OrienteCassis in Libano visita il porto di Beirut e i profughi siriani
bt, ats
8.4.2021 - 18:16
Il Libano è stata l'ultima tappa del viaggio in Medio Oriente del consigliere federale Ignazio Cassis, reduce da soggiorni in Iraq e Oman.
bt, ats
08.04.2021, 18:16
08.04.2021, 18:20
SDA
Il ministro degli esteri ha visitato il porto di Beirut e un ospedale distrutto dalla devastante esplosione del 4 agosto 2020, ricostruito con il sostegno svizzero, recandosi inoltre in un insediamento di profughi siriani.
Dopo la catastrofica detonazione nel porto della capitale libanese otto mesi fa, la Svizzera ha inviato rapidamente alcune squadre di soccorso e ha messo a disposizione sei milioni di franchi per l'aiuto sul posto, ricorda in una nota odierna il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). In linea con la sua Strategia di cooperazione internazionale 2021-2024, la Confederazione si è concentrata sui settori della salute e della formazione.
Il capo del DFAE si è pure recato in uno dei due nosocomi ricostruiti con l'aiuto elvetico. «Siamo stati tutti scioccati dall'esplosione che ha colpito il cuore di Beirut ed è un sollievo vedere i risultati concreti della solidarietà svizzera in questo luogo di cura in cui è di nuovo possibile accogliere i pazienti», ha dichiarato Cassis, citato nel comunicato.
Svizzera primo Paese ad aver completato gli interventi promessi
La Svizzera è il primo Paese ad aver completato gli interventi promessi, ovvero la parziale ricostruzione dei due ospedali e quella di 19 scuole, scrive il DFAE. Il ticinese ha anche visitato i locali dell'ambasciata rossocrociata, fortemente danneggiati dallo scoppio della scorsa estate.
Cassis si è intrattenuto con il ministro degli esteri locale Charbel Wehbe e con il presidente Michel Aoun, esprimendo l'auspicio che si formi presto un governo in grado di avviare le riforme di cui il Paese ha urgente bisogno. Il Libano si trova infatti da tempo impantanato in una grave crisi economica e politica.
Infine, il consigliere federale ha raggiunto un insediamento informale di profughi siriani. «Quest'anno ricorre il triste decimo anniversario» dell'inizio di questa crisi, ha detto Cassis, sottolineando la solidarietà «esemplare» del Libano, che ha accolto circa 1,5 milioni di rifugiati. Dal canto suo, in questi dieci anni la Svizzera ha stanziato oltre 520 milioni di franchi, ovvero il più grande impegno umanitario della sua storia.
Prima Iraq e Oman
La prima tappa del viaggio del ticinese, iniziato sabato, è stata l'Iraq. Dalla capitale Baghdad, Cassis ha assicurato che la Svizzera continuerà a svolgere un ruolo costruttivo nel Paese e nell'intera regione per promuovere il dialogo.
Cassis ha pure discusso la possibilità di aprire nuovamente un'ambasciata svizzera. La Confederazione ha chiuso il suo ufficio di collegamento a Baghdad nel 2008 per motivi di sicurezza. Da allora, l'ambasciatore elvetico ad Amman, in Giordania, è accreditato per rappresentare gli interessi di Berna in Iraq.
Il ministro degli esteri si è poi trasferito in Oman, Paese per certi versi simile alla Svizzera essendo noto per i suoi buoni uffici e il ruolo di mediatore nei conflitti svolto con successo in passato. A Mascate ha discusso con le autorità locali degli sforzi congiunti per promuovere la pace nell'area.
La sei giorni mediorientale del consigliere federale è caduta in un periodo di fermento nella regione. Come fatto notare dal DFAE, l'amministrazione Biden negli Usa si sta adoperando per una ripresa del processo di pace nello Yemen e auspica un ritorno all'accordo sul nucleare con l'Iran. A medio termine ciò potrebbe incidere positivamente anche sulle relazioni tra gli Stati in conflitto.