Tecnologie anni OttantaC’è ancora bisogno del teletext nell’era degli smartphone?
Gil Bieler
21.4.2020
Coloro che preferivano consultare i risultati sportivi attraverso il teletext prima della pandemia di COVID-19, anziché cercare su internet, erano in buona compagnia in Svizzera: il servizio che permette di seguire l’attualità dal proprio televisore è ancora molto popolare, anche nell’era digitale. Ma per quanto tempo ancora?
I salotti svizzeri sono cambiati profondamente dagli anni Ottanta ad oggi. I termosifoni sono stati sostituiti dal riscaldamento a pavimento. Le vecchie carte da parati hanno lasciato spazio a pitture uniformi e i posacenere sono scomparsi da tutti gli appartamenti.
Gli ingombranti televisori a tubo catodico sono diventati piatti e intelligenti. Ma anche se la forma degli apparecchi è cambiata, una cosa è rimasta quella di sempre: il teletext.
Quest’ultimo è stato lanciato nel 1982, parecchi anni prima del trionfo di internet. E all’epoca, si trattava di una vera rivoluzione. Improvvisamente, tutti potevano utilizzare il proprio televisore come un giornale: così annunciava DRS, l’emittente svizzera dell’epoca. Con i tasti del telecomando si poteva navigare – o piuttosto sfogliare le pagine – senza difficoltà. All’epoca, si parlava anche di «refusi» nel teletext, come nel gergo giornalistico.
All'inizio, niente Teletext senza decoder
All’inizio, il teletext era disponibile soltanto in tedesco. «64 pagine importanti e attualissime» costituivano inizialmente l'offerta, come indicava all’epoca il servizio televisivo menzionato in precedenza.
La trasmissione era puramente analogica e veniva veicolata attraverso il cosiddetto «intervallo di cancellazione»: una zona del segnale televisivo non utilizzabile per la trasmissione di immagini. Per fruire di tale nuovo servizio era tuttavia necessario un decoder speciale.
Con il Teletext, la Svizzera si era improvvisamente dotata di un nuovo mezzo di informazione rapido quanto la radio. La SSR si era alleata con l’Associazione svizzera degli editori di giornali, in particolare poiché gli editori temevano la concorrenza del giornale sullo schermo. Così, dieci case editrici hanno cominciato a diffondere informazioni su temi nazionali e esteri, mentre la SSR copriva sport e meteo. Erano disponibili anche alcuni servizi interattivi come scacchi e quiz.
Reportage di SF DRS sul lancio del servizio di teletext nel 1982.
SRF
Quindi era identico ad oggi? Non esattamente: all’inizio, le pagine del teletext erano aggiornate soltanto a mezzogiorno e alla fine dei programmi serali. Si è dovuto dunque aspettare un po’ prima di avere a disposizione un servizio aggiornato 24 ore su 24. E ovviamente l’offerta è stata considerevolmente ampliata nel corso del tempo: sono state aggiunte la lingua francese e quella italiana, mentre sul canale della SRF si trova anche una piccola offerta in romancio, a partire da pagina 790.
Sono passati quattro decenni dal suo lancio, ma il teletext non li dimostra per nulla. I caratteri sono sempre squadrati. In ogni caso, e in un’epoca in cui tutti hanno uno smartphone in tasca, una domanda è d’obbligo: abbiamo davvero ancora bisogno del buon vecchio teletext?
Sì, risponde la SSR: «Il servizio gode ancora di una grande popolarità. Il numero di utenti è ancora elevato», spiega in proposito Edi Estermann, portavoce della SSR. Secondo il quale 481'000 persone di più di 15 anni lo utilizzano ogni giorno. Ogni settimana vengono contabilizzati 1,015 milioni di utenti, aggiunge. Si tratta di cifre relative alle offerte in tedesco e francese. Non sono stati invece diffusi dati sul servizio in lingua italiana.
Peraltro, il traffico più elevato per il teletext è stato registrato tra il 2010 e il 2014, ovvero in un periodo nel quale internet era già ampiamente diffuso. Secondo Edi Estermann, i record di utilizzo sono tradizionalmente stabiliti in caso di eventi politici come le elezioni o referendum. E, ovviamente, per lo sport: dalle competizioni di hockey su ghiaccio, alla Coppa del mondo di calcio, ai Giochi olimpici.
A proposito di sport: le sezioni più frequentemente consultate, prima della crisi causata dalla pandemia, erano la «prima pagina» settoriale a pagina 180, i risultati delle partite di hockey svizzero a pagina 301 e quelli dei match di calcio di Super League e di Challenge League a pagina 202.
Sono molto pochi i giovani che utilizzano il Teletext
Guido Keel, direttore dell’Istituto di scienze mediatiche applicate e professore di giornalismo all’Alta scuola specializzata di Zurigo (ZHAW), conferma la necessità di mantenere in vita il teletext. Negli studi a campione sull’uso dei media nella Svizzera tedesca e romanda, un numero importante di persone ha dichiarato di utilizzare il teletext piuttosto che Instagram o Twitter, ad esempio. Ma le differenze tra gruppi di età sono considerevoli, sottolinea.
«È poco probabile che le persone che sono cresciute nel mondo di internet si ritrovino di fronte al teletext», spiega Keel. Per questa ragione, l'opinione dell'esperto sul futuro del servizio è meno ottimista.
Edi Estermann e Guido Keel ritengono entrambi che la forza del teletext si fondi sulla chiarezza e sulla compattezza dell’offerta. Ma l’esperto di media Keel vi nota al contempo un elemento di debolezza. Inoltre – precisa – non ci sono possibilità di interazione o di connessione con altre offerte, contrariamente a ciò che accade su internet.
«Personalmente, le sotto-pagine del teletext mi hanno sempre annoiato – confida Keel -. Avevo l’impressione di dover aspettare un’eternità per caricare, ad esempio, la pagina 2 di 2».
Non si può immaginare di avere la stessa pazienza, oggi. E anche lo stesso esperto ammette di non utilizzare più il servizio da parecchi anni (ndr: oggi, i televisori hanno generalmente una memoria sufficientemente ampia da consentire di visualizzare la pagina in modo immediato sullo schermo).
Un servizio che sopravvivrà per una nicchia?
Il docente di giornalismo si dice inoltre sorpreso per la longevità del teletext: «Tuttavia, nelle scienze della comunicazione, si difende la tesi secondo la quale le forme mediatiche non scompaiono mai completamente, bensì vengono relegate in alcune nicchie dai nuovi media».
Nel caso del teletext, una futura nicchia potrebbe essere rappresentata ad esempio dall’informazione rapida sui programmi TV in corso: ciò senza dover cambiare apparecchio. Va detto però che il teletext è disponibile ormai da tempo anche sul web e sotto forma di app.
Al contrario, il portavoce della SSR Edi Estermann non vede ancora la fine dell’era del teletext: «Finché esiste un bisogno da parte della clientela, non c’è alcuna ragione di chiudere il servizio».
E chissà, forse il grande momento del teletext deve ancora arrivare. Quando, un giorno, il sistema continuerà a funzionare attraverso il segnale televisivo, mentre un guasto paralizzerà internet.
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