Fra le 130 opere create nel quadro del Vision art festival e situate un po' in tutta Crans-Montana, ci sono anche le farfalle dell'artista Mantra.
L'artista losannese CRBZ ha appreso ai bambini della scuola elementare la sua particolare arte che impiega la calligrafia nei graffiti.
Crans-Montana si trasforma in museo a cielo aperto - Gallery
Fra le 130 opere create nel quadro del Vision art festival e situate un po' in tutta Crans-Montana, ci sono anche le farfalle dell'artista Mantra.
L'artista losannese CRBZ ha appreso ai bambini della scuola elementare la sua particolare arte che impiega la calligrafia nei graffiti.
Da ormai otto anni il Vision art festival trasforma Crans-Montana (VS) in un museo a cielo aperto. La street art la fa da padrone con più di 130 opere di artisti svizzeri, internazionali, noti o meno.
I graffiti appaiono all'angolo di una strada, su un muretto, un'installazione di impianti di risalita o in pieno centro dei diversi villaggi. Alcuni sono freschi altri datano di qualche stagione fa.
«Le opere d'arte abbelliscono le facciate, valorizzano il patrimonio, invitano i passanti e i turisti ad alzare lo sguardo: è un valore aggiunto per la comunità», ha spiegato a Keystone-ATS Gregory Pages, fondatore e direttore del Vision art festival, che si tiene ogni anno in estate. I
n otto anni, l'appuntamento ha creato un museo a cielo aperto con più di 130 opere che si può visitare a piedi, in bici e anche con gli sci ad un'altitudine fra 1300 e 2600 metri.
Tutto l'anno, l'associazione che organizza il festival propone agli interessati di scoprire opere realizzate durante visite guidate di circa due ore. L'anno scorso circa 1400 persone vi hanno partecipato, stima Pages, ma è difficile quantificare il numero di passanti che l'arte urbana tocca effettivamente quotidianamente.
I curiosi possono partire alla scoperta anche da soli grazie all'ausilio di una mappa interattiva che indica la posizione delle opere disponibile sul sito del festival.
Natura in agguato
Da parte dell'ufficio del turismo di Crans-Montana, i riscontri sono «eccellenti». «Sia le persone che hanno visto per caso delle opere sul loro percorso sia quelle che hanno fatto una passeggiata per vedere i graffiti sono entusiasta di questi tocchi artistici che trasformano l'immagine di questi luoghi» indica Sophie Clivaz, coordinatrice comunicazione.
Una coppia che sale spesso nella stazione turistica vallesana conferma di aver notato con piacere uno dei graffiti ma di non aver capito che esso faceva parte di un insieme. «Ognuno ha i suoi gusti, non tutte le opere mi piacciono, ma hanno il merito di ridare vita alle pareti», replica un'altra passante che apprezza particolarmente le farfalle molto poetiche situate nel centro di Crans-Montana.
Si ricorda anche di un'opera «superba», realizzata sull'asfalto, ma poi scomparsa a causa dei fenomeni naturali.
Il vento, la pioggia, la neve, gli spazzaneve, il sale non semplificano il compito di un festival d'arte urbano. «Quando le opere sono troppo rovinate, vengono rimpiazzate da altre», precisa Pages. Le foto di una quarantina di graffiti oggi spariti formano una collezione che il pubblico può visitare.
Collaborazione con le scuole
In un tunnel, non lontano dalla scuola di Chermignon, frazione di Crans-Montana, due nuove opere hanno visto la luce in questi ultimi mesi in un vortice di blu, bianco e oro.
Queste fanno parte di quattordici creazioni realizzate da sette artisti (Tones One, CRBZ, Fleur Blume, Philippe Baudelocque, Cedrik Kesa, Rosalind Monks e Miguel Ruiz «Guillen") in collaborazione con più di 750 allievi delle scuole elementari dei comuni di Crans-Montana, Lens e Icogne.
Quest'anno, il festival, che si tiene abitualmente a fine luglio, ha adattato il suo calendario per includere gli alunni nel suo programma e iniziarli così alle arti visive. I bambini hanno realizzato un'opera con un artista e poi quest'ultimo ne ha dipinta una seconda riguardante lo stesso tema, creando così un dialogo fra le due.
Sempre a Chermignon, l'artista losannese CRBZ ha lavorato con gli studenti sulla calligrafia, all'origine del suo stile qualificato come «calligraffiti» sulla scena dell'arte urbana. La vera sfida, racconta, è stata di insegnare loro a utilizzare una tecnica che ho impiegato anni a gestire.
Curiosità e vene artistiche
Di fronte alle due opere, l'artista che è anche animatore socio-culturale, è soddisfatto di aver visto crescere la fiducia in se stessi dei bambini nel corso dei giorni e di vederli orgogliosi del loro lavoro.
«Siamo riusciti a trasformare questo tunnel qualunque in un centro di attrazione per i giovani che tornano accompagnati dai loro amici e dalla famiglia ma anche dagli abitanti».
Gli alunni hanno sviluppato una certa curiosità per l'arte, scoprendo una propria vena artistica, indica Pages. Un modo questo di promuovere l'arte urbana tra i più giovani, di suscitare vocazioni o insegnar loro a notare queste opere che si moltiplicano attorno a loro.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Festival.