Covid Non solo Novak Djokovic: ecco gli irriducibili «no vax», sportivi e non

SDA

10.1.2022 - 18:19

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Stelle della Nba e della Nfl, calciatori e golfisti di successo. Ma anche influencer e vip, che con le loro scelte possono condizionare milioni di persone. Non c'è solo Novak Djokovic, subito ribattezzato Novax sui social: nella galassia di chi rifiuta l'immunizzazione anti-Covid si annoverano sportivi e star da tutto il mondo.

Tra i più famosi c'è Kyrie Irving, cestista dei Brooklyn Nets, appena rientrato sul parquet dopo due mesi di esclusione per la sua scelta di non vaccinarsi. «Sto facendo quello che è meglio per me. Conosco le conseguenze», ha detto il 29enne, reintegrato ora solo per i match in trasferta, visto l'obbligo vaccinale previsto nella Grande Mela.

L'elenco degli irriducibili no vax non fa distinzioni di sport. C'è Aaron Rodgers, quarterback dei Green Bay Packers e vincitore del Super Bowl, che ha espresso pubblicamente il suo scetticismo sugli effetti collaterali del siero.

In Europa, è il calcio tedesco a far registrare alcuni dei casi più clamorosi. Come quello di Joshua Kimmich del Bayern Monaco, che ha fatto marcia indietro dopo che il Covid gli ha provocato danni polmonari che lo hanno tenuto più di un mese lontano dal campo. Con lui, alcuni compagni di squadra hanno formato a lungo un vero e proprio fronte anti-immunizzazione, che si è poi andato sgretolando anche per le pressioni pubbliche e la sospensione degli stipendi.

L'infezione ha colpito duro anche il noto golfista americano Bryson DeChambeau, che a causa del Covid ha dovuto saltare le Olimpiadi di Tokyo e ha perso quasi 5 chili, senza però che questo lo abbia finora convinto a vaccinarsi.

Non solo sportivi

C'è poi il mondo dei «no vax» da tastiera con milioni di follower. È il caso della rapper e cantante di Trinidad naturalizzata statunitense Nicki Minaj, travolta dalle critiche dopo aver sostenuto che un amico di sua cugina sarebbe diventato «impotente» dopo essersi immunizzato.

E anche se meno famosi, tra teorie della cospirazione e accuse di «dittatura sanitaria», messaggi simili continuano a proliferare tra influencer turistici e crossfitter vegani.