Pandemia È giunta l'ora di affrontare il mistero del «Long Covid»

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4.2.2021

Immagine d'illustrazione
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Getty Images

Il fenomeno della «Sindrome post Covid-19» va analizzato, ha esortato Janet Diaz, a capo del gruppo dell'Oms incaricato di trovare una risposta a una piaga che sembra infliggere a milioni di pazienti, senza motivo, patologie debilitanti.

A un anno dall'inizio della pandemia che ha già fatto oltre due milioni di morti, l'attenzione è ora concentrata sulle campagne di vaccinazione e sulle varianti del Sars-CoV2.

Eppure la «Sindrome post Covid-19», chiamata più comunemente «Long Covid», merita anch'essa l'urgente attenzione della comunità scientifica, spiega Janet Diaz, a capo dell'équipe clinica responsabile della risposta al Covid-19, in un'intervista all'AFP rilasciata, per rispettare le precauzioni sanitarie, all'esterno, di fronte alla sede dell'OMS a Ginevra.

Diaz chiede uno sforzo unificato su scala globale per cercare di trovare risposte quando «non sappiamo ancora cosa sia il "Long Covid"».

Strani effetti a lungo termine

Mentre alcuni studi stanno iniziando a sollevare un lembo del velo, non sappiamo ancora perché alcuni pazienti con Covid-19 manifestino per mesi sintomi come stanchezza estrema, difficoltà respiratorie o disturbi neurologici e cardiaci, a volte molto gravi.

«C'è ancora molto da imparare, ma ho fiducia nella mobilitazione della comunicazione scientifica», rassicura la dottoressa Diaz. Segno di queste esplorazioni è il fatto che il «Long Covid» non ha ancora un vero nome.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS) parla di sindrome post-Covid-19, denominata «Covid-19 di lunga durata», in un recente documento sulle sue nuove raccomandazioni. «Long Covid» è l'espressione più usata. Talvolta si parla anche di Covid a lungo corso.

Il fenomeno resta da definire

L'Oms organizza il 9 febbraio il primo seminario virtuale dedicato a questo fenomeno, che riunirà medici, ricercatori ed esperti per trovare una definizione della malattia, darle formalmente un nome e armonizzare i metodi per studiarla.

«È una patologia che necessita di essere descritta meglio, di cui bisogna sapere quante persone ne sono affette, di cui bisogna capire meglio la causa per poter migliorare la prevenzione, la gestione e le modalità di trattamento», sottolinea la 48enne.

Gli studi disponibili mostrano che circa il 10% dei pazienti presenta sintomi un mese dopo essere stati infettati, ma non è ancora chiaro per quanto tempo questi sintomi possano persistere.

Profili atipici

Ciò che sconcerta del «Long Covid» è che il profilo dei pazienti che ne soffrono non si sovrappone a quello dei soggetti più vulnerabili: gli anziani e le persone affette da fattori aggravanti.

Colpisce coloro che sono stati ammalate di Covid a vari livelli «e include anche i giovani», compresi i bambini, dice Janet Diaz.

Questa è la prova che non solo il Covid non è una semplice influenza, come hanno potuto affermare i negazionisti della pandemia, ma è anche un argomento contro coloro che sostengono l'isolamento delle sole persone fragili come risposta alla pandemia.

Molti sintomi diversi

Il sintomo più comune sembra essere la stanchezza, ma ce ne sono molti: esaurimento dopo uno sforzo fisico o disagio, difficoltà a pensare chiaramente, mancanza di respiro o palpitazioni cardiache e problemi neurologici.

«Quello che non capiamo è come tutte queste cose siano collegate. Perché qualcuno dovrebbe avere questo sintomo e qualcun altro quello?», si chiede Diaz, sottolineando che i ricercatori dovranno comprendere i meccanismi interni della malattia che causano questi sintomi.

«È dovuto al virus? Alla risposta immunitaria? Se ne sapessimo di più, potremmo iniziare a identificare alcuni interventi per ridurre i sintomi», sottolinea, osservando «che è in corso un'enorme quantità di ricerche».

L'impulso è stato dato dai pazienti stessi: stanchi di affrontare dubbi e ignoranza, si sono uniti per far valere i loro diritti a una risposta e una cura. «È stato un movimento fenomenale», riconosce il medico, che si è presa a carico il dossier in ottobre per conto dell'OMS. Il seminario del 9 febbraio sarà il primo di una serie.

«Per mantenere la speranza»

«Al momento probabilmente abbiamo dati sufficienti (che descrivono il Long Covid) per iniziare a mettere insieme i pezzi del puzzle», ha detto Diaz.

Oltre a una definizione precisa e a darle un nome, il seminario dovrebbe anche consentire di concordare gli standard per la raccolta dei dati di sorveglianza dei pazienti al fine di iniziare a trovare i mezzi per curarli.

I donatori saranno presenti perché i soldi dovranno essere trovati rapidamente.

Per chi soffre di Long Covid e a volte si sente incompreso, Janet Diaz ha un messaggio: «Non perdete la speranza. Le persone a volte hanno sintomi per molto tempo, ma sappiamo che migliorano. Potrebbe volerci molto, ma guariscono», ha detto prima di terminare con un: «Siamo con voi».

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