Etna Etna, sindaco di Milo: «Caduto strato di 5 cm di cenere, è disastro»

SDA

29.8.2021 - 21:57

La cenere dell'Etna sula piazza di Milo, in Sicilia, dopo un'eruzione dello scorso 10 marzo (foto d'archivio)
La cenere dell'Etna sula piazza di Milo, in Sicilia, dopo un'eruzione dello scorso 10 marzo (foto d'archivio)
Keystone

Il sindaco di Milo, Alfio Cosentino: «Un disastro, sono avvilito e disperato. Il paese è sommerso da un tappeto alto 5 centimetri di cenere vulcanica».

Dopo l'ultima attività eruttiva del vulcano che ha provocato una copiosa caduta di materiale piroclastico Cosentino si è espresso davanti ai media: «Circa 7 kg per metro quadrato, caduti nello spazio di due ore, dalle 18 alle 20, dopo il nuovo risveglio dell'Etna e la ripresa dell'attività stromboliana del cratere di sud-est documentata dai bollettini Ingv».

Un fenomeno che si ripete da sette mesi

«Questo della cenere dell'Etna, che si ripresenta da ormai sette mesi, è un problema insostenibile sia per noi amministratori che dobbiamo ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il municipio, sia per i privati che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie.

Come Comune – sottolinea Cosentino – abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa 300mila euro, una cifra enorme per un comune di appena mille abitanti. Occorre che la Regione Siciliana, anche tramite la Protezione Civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni.

Produzione agricola in ginocchio

Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un'urgenza silenziosa, continua. Che crea enormi problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura, che a Milo è la principale fonte di economia tanto che nei prossimi giorni abbiamo in programma la 41esima ViniMilo.

Ma adesso siamo in emergenza – conclude – occorre intervenire subito, perché da sindaco ho l'impegno civile e morale della salute pubblica e dell'incolumità dei cittadini, e la cenere per le strade provinciali, di competenza della Città Metropolitana, è anche un fattore di rischio per la viabilità. Abbiamo visto tanti proclami ma pochi risultati. Così non si può andare avanti».