Al musicista Ennio Morricone, scomparso pochi giorni fa, fu chiesto di mettere in musica le eroiche gesta del personaggio storico grigionese Jürg Jenatsch. Il compositore alla fine rinunciò con gentilezza.
Alcuni decenni fa un grigionese appassionato di musica lirica propose al professor Massimo Lardi, docente alla Scuola Magistrale di Coria, di tradurre in italiano il libretto della vicenda epica e avvincente di Jenatsch, già protagonista del romanzo omonimo di Conrad Ferdinand Meyer.
Voleva anche che fosse scritta un'opera musicale moderna e decise di incaricare niente meno che il maestro di musica romano e premio Oscar Ennio Morricone, come racconta lo stesso Lardi in un articolo apparso oggi su il Grigione Italiano.
Jürg Jenatsch – il personaggio
Lo scrittore valposchiavino descrive bene il personaggio, in modo sintetico: «Jenatsch ne combinò di tutti i colori. Fu pastore protestante in Valtellina, comandante mercenario al servizio di Venezia, ufficiale di milizia nei Torbidi Grigioni durante la guerra dei Trent'anni, uomo politico passato al cattolicesimo per riportare le terre di Valtellina, Val Chiavenna e Bormio sotto il dominio grigione, amante di molte donne e pluriomicida in duelli e imboscate. Infine assassinato a Coira, in una notte di carnevale, all'età di 43 anni.»
La trama quindi regge anche al cospetto dei più illustri paragoni.
Due Grigionesi a Roma dal maestro Morricone
Alla richiesta giunta dai Grigioni, dalla Svizzera, Ennio Morricone rispose con un invito a casa sua, a Roma, per poter capire meglio il progetto musicale.
L'accoglienza nella casa del compositore fu cordiale e avvenne proprio nel periodo in cui sta scrivendo la colonna sonora del film Mission. L'esperienza dei due intraprendenti venuti dalle Alpi grigionesi, che si illudevano che il compositore accettasse l'incarico, fu indimenticabile.
«L'epilogo della storia è condensato in una gentilissima lettera autografata dal maestro, in cui declina l'offerta», scrive Massimo Lardi. Ai due Grigionesi rimane il ricordo del viaggio a Roma e quello del maestro gentiluomo.