Zugo Hacker violano un robot di mungitura e chiedono un riscatto, alla fine muore una mucca

hm, ats

6.8.2024 - 16:00

La mungitura è oggi altamente meccanizzata.
La mungitura è oggi altamente meccanizzata.
Keystone

Criminali cibernetici assumono il controllo di un robot di mungitura delle mucche e chiedono un riscatto al contadino, che non paga: alla fine muore una vacca.

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La vicenda, che a quanto sembra non rappresenta un caso isolato, è avvenuta a Hagendorn, villaggio agricolo nel territorio comunale di Cham, nel canton Zugo.

Stando a quanto riferisce oggi la Luzerner Zeitung quando il contadino in questione, Vital Bircher, riceve un messaggio sul cellulare dal suo robot di mungitura un pomeriggio del novembre 2023 non pensa a nulla di male. Il problema: il computer non aveva più dati.

Di solito era sufficiente spegnere il dispositivo e riavviarlo, ma non in quel caso: il display rimane vuoto e dove normalmente figurano i dettagli come il nome, il peso e la quantità di latte della vacca appena munta non c'è nulla.

L'interessato chiama quindi il fabbricante dell'impianto e viene messo in contatto con una specialista informatica, che gli rivela: «lei è stato hackerato».

Tutti i dati del robot sono stati criptati: l'unico motivo per cui le mucche possono ancora essere munte è che alcune parti del sistema sono scollegate dal computer. Difficile immaginare le conseguenze se questo non fosse più stato possibile, osserva il quotidiano: dopo tutto Bircher ha più di 70 mucche nella sua stalla.

Chiesti 10'000 dollari

Gli aggressori – non è tuttora ancora chiaro se si sia trattato di un individuo o di un gruppo – chiedono 10'000 dollari per il rilascio dei dati. «Naturalmente ho riflettuto se fosse il caso di pagare», afferma l'allevatore. Ma non si arriva a tanto: con l'aiuto di una vecchia versione del software almeno i dati degli anni precedenti possono essere ripristinati. Questo evita a Bircher di dover inserire manualmente i nomi, le date di nascita e altri dettagli delle sue bestie.

Malgrado ciò la perdita di dati ha gravi conseguenze: in particolare Bircher attribuisce la morte di una mucca al cyberattacco. Non potendo più recuperare le informazioni sui suoi animali non era infatti chiaro quali mucche fossero rimaste gravide e da quanto tempo. L'allevatore chiama quindi un veterinario per verificarlo, pagando 2000 franchi.

Non è però sufficiente. «Uno degli animali continuava a giacere nello stesso box e quando un giorno non sono riuscito a svegliarlo ho capito che qualcosa non andava», racconta Bircher. Secondo l'ispezione del veterinario, la mucca avrebbe dovuto partorire molto tempo dopo.

Ma quando è stata riesaminata si è dovuto rimuovere un vitello morto. «Abbiamo fatto di tutto per salvare la madre, ma alla fine abbiamo dovuto praticarle l'eutanasia», riferisce l'allevatore, che si dice certo che se avesse avuto a disposizione la data esatta dell'inseminazione tutto quanto non sarebbe successo.

Quanto è costato in tutto l'attacco?

Complessivamente, l'attacco è costato all'agricoltore circa 6000 franchi, anche a causa del nuovo computer che ha dovuto acquistare. Il disco rigido esterno, che aveva già ma che non aveva mai scollegato dal computer, ora viene ricaricato ogni domenica e poi rimosso. «Si impara a fare queste cose», dice Bircher. L'interessato non vuole dare troppa importanza all'accaduto. Ma rimane una sensazione di disagio: «Potrebbe sempre accadere di nuovo».

Contattata dalla Luzerner Zeitung l'Unione svizzera dei contadini (USC) si è detta a conoscenza di altri casi di robot di mungitura violati da criminali informatici.

Finora, tuttavia, non si tratta di un fenomeno di massa. Secondo la portavoce Sandra Helfenstein inoltre non tutti i casi sono ugualmente gravi: se non si riesce a leggere la quantità di latte per qualche giorno probabilmente non vale la pena di spendere 10'000 franchi, ma se non si può più mungere, «la necessità è immediatamente molto grande», osserva.