Ma c'è un problema... Il capo di un caseificio italiano assume solo persone di oltre 60 anni, ecco perché

sda/dpa/toko

6.3.2024 - 17:28

L'amministratore delegato dell'azienda casearia Roberto Brazzale.
L'amministratore delegato dell'azienda casearia Roberto Brazzale.
Robert Messer/dpa/Keystone

Il proprietario di un caseificio italiano assume solo persone con più di 60 anni. Ma questa sua propensione ha però un grosso problema.

Keystone-SDA, sda/dpa/toko

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Roberto Brazzale, padrone di un caseificio veneto, assume solo dipendenti con più di 60 anni.
  • Questo perché i candidati più giovani lo hanno deluso durante il periodo di prova.
  • Ma purtroppo c'è un problema serio dietro la sua idea: in Italia per ogni sette neonati ci sono più di dodici morti ogni 1.000 abitanti.

Quando Roberto Brazzale parla dei nuovi arrivi nella sua grande azienda lattiero-casearia, in termini di personale, ha un ampio sorriso sul volto. Descrive il curioso team che ha messo insieme come una miniera d'oro.

L'uomo, che con i suoi due fratelli gestisce uno dei più antichi caseifici dell'Italia, sta suscitando scalpore per un'insolita decisione in materia di assunzioni.

Sta infatti ingaggiando solo persone di età superiore ai 60 anni per un determinato ramo dell'azienda. Questo semplicemente perché è rimasto deluso dai giovani.

«Per me sono tutti in qualche modo giovani»

Qualche tempo fa, Brazzale era alla ricerca di collaboratori per un nuovo progetto. Oltre ai prodotti tradizionali, come il burro classico, le mozzarelle, il grana padano o la scamorza, voleva commercializzare prodotti speciali a base di burro gourmet.

Aveva invitato sul posto alcuni 30enni per una prova. Ma i risultati sono stati deludenti: mancavano di grinta e di energia. Per finire, solo otto uomini e donne di età superiore ai 60 anni sono stati assunti.

«Per me sono tutti in un qualche modo giovani, perché l'età non conta rispetto all'entusiasmo e all'energia che si possono ancora avere a più di 60 anni», spiega in un'intervista all'agenzia di stampa Deutschen Presse Brazzale, che gestisce l'azienda tradizionale di Zanè, nel Veneto.

Non si è mai pentito della sua decisione. Al contrario: i nuovi dipendenti apportano molta energia, passione e, soprattutto, esperienza. «Hanno una competenza completamente diversa da quella dei giovani. Capiscono quanto sia importante il lavoro. Quando si è giovani non lo si capisce», dice l'uomo, che ha quasi sessant'anni.

Alcune forme di formaggio Gran Moravia sono conservate in un magazzino di Brazzale.
Alcune forme di formaggio Gran Moravia sono conservate in un magazzino di Brazzale.
Brazzale AG/dpa

La maggior parte dei suoi nuovi colleghi sono vecchie conoscenze e amici, incontrati ai tempi della scuola o - come è tipico dell'Italia - nella piazza del Paese, Zanè appunto, un comune di 6.000 abitanti. Essi, dopo la giovinezza, hanno preso strade diverse. Sandro, ad esempio, ha lavorato come commerciante d'oro, mentre Sonia ha gestito per molti anni un ristorante con il marito.

«Siamo tutti amici e ci conosciamo bene», sottolinea Brazzale. «Per questo c'è uno spirito di squadra più forte». Oggi il team di ultrasessantenni si occupa della commercializzazione delle specialità di burro. Ugo è in giro con un food truck e Sonia, con cui Brazzale saltava la scuola, si occupa dell'amministrazione.

L'ideale di una famiglia numerosa in Italia è ormai superato

Ciò che può sembrare strano, almeno a prima vista, ha uno sfondo molto serio. Il cambiamento demografico sta colpendo l'Italia e la popolazione si sta riducendo. Gli ultimi dati dell'Istat fanno riflettere: le nascite sono scese sotto la soglia delle 400.000 per la prima volta dall'inizio delle registrazioni, nel XIX secolo, e nel 2022 si sono assestate a poco meno di 393.000.

L'Italia, detto in altro modo,  ha sempre meno «bambini» e la popolazione è sempre più vecchia. L'idea di una famiglia con molti figli è ormai obsoleta nella Penisola.

Anche Papa Francesco ha espresso preoccupazione per il basso tasso di natalità nel Paese, ma anche in tutta Europa. Qualche tempo fa, ha lamentato una cultura che privilegia gli animali domestici rispetto ai bambini. Il Pontefice ha raccontato di una donna che voleva far benedire il suo «bambino», ossia il suo cane, da lui. «Non ho avuto pazienza e l'ho rimproverata», ha detto.

Anche il Governo di destra vuole affrontare il problema. Per questo, da più di un anno ha addirittura un «ministro delle nascite».

Dodici morti per ogni sette neonati

In concreto, i dati Istat significano che ogni sette nuovi nati ci sono più di dodici morti ogni 1000 abitanti. Una tendenza che, a lungo termine, graverà pesantemente sull'economia.

In generale, la popolazione italiana è in costante calo dal 2014. Il Paese non supera più la soglia dei 60 milioni di abitanti. Le prime conseguenze si fanno sentire nelle scuole e negli asili, dove ci sono sempre meno bambini. Il Ministro dell'Istruzione ha avvertito che il numero di alunni si ridurrà di un milione nel prossimo decennio.

Tutto questo preoccupa Brazzale anche come imprenditore. Secondo lui, però, è cambiato molto anche il modo in cui gli anziani vedono se stessi. «Si è sviluppato il preconcetto che a 60 anni non si ha più nulla da dire o, addirittura, che a quest'età si voglia solo andare in pensione. Ma non è vero!». A suo avviso, «i 60enni di oggi sono i nuovi 40enni»: questo è il suo motto. 

Brazzale è entusiasta dei suoi collaboratori coetanei. E non si stanca di sottolineare che conosce pochi giovani che ottengono risultati pari a quelli del suo team di ultrasessantenni.

Ma ammette che nemmeno lui sa cosa succederà tra qualche anno, quando alcuni dei suoi dipendenti andranno in pensione. Per ora, però, gli affari vanno bene perché i suoi dipendenti sono «bravissimi».