Criminalità giovanileBimbi che uccidono bimbi, il criminologo: «Sono casi estremi e rari»
Di Stefan Michel
6.4.2023
Com'è possibile che dei bambini commettano degli atti di atroce violenza contro dei loro coetanei? Un esperto di violenza giovanile racconta quello che i ricercatori hanno scoperto su questo tema.
Di Stefan Michel
06.04.2023, 17:17
Di Stefan Michel
Hai fretta? blue News riassume per te:
Anche se nel recente caso di Luise, in Germania, molto non è chiaro, sorge una domanda: perché bimbi uccidono altri bimbi?
Il criminologo Denis Ribaud sottolinea che questo tipo di delitto è talmente raro che non ci sono nemmeno statistiche al riguardo.
Reati simili si possono spiegare in parte con la genetica, in parte con le estreme difficoltà degli autori nel socializzare.
La stragrande maggioranza dei bimbi a 10 anni ha già sviluppato abbastanza empatia per non infliggere gravi violenze a nessuno.
Ancora una volta c'è il sospetto che dei bimbi abbiano ferito mortalmente dei coetanei. In Germania, di recente, due ragazze hanno ucciso la 12enne Luise. Un bambino di 10 anni, invece, è stato trovato morto in una struttura per giovani: si sospettano tre ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, ma per loro vale la presunzione d'innocenza.
«Questi sono in assoluto casi estremi e veramente rari», afferma Denis Ribeaud, «ed è importante conoscere il contesto per poter spiegare tale comportamento». Ribeaud è criminologo presso il Jacobs Center for Productive Youth Development dell'Università di Zurigo e svolge ricerche sulla violenza tra i bambini e tra gli adolescenti.
Gli undicenni sono solitamente capaci di provare empatia, quindi hanno già interiorizzato che è sbagliato aggredire un'altra persona. «La più grande disposizione all'aggressione ce l'hanno gli individui dell'età di quattro anni. In seguito questa, con la socializzazione, scompare». I bambini imparano così a gestire la loro aggressività.
Per questi rari casi estremi non esistono statistiche
L'esperto Denis Ribeaud
UZH
Denis Ribeaud del Jacobs Center for Productive Youth Development dell'Università di Zurigo sta conducendo due studi sulle esperienze di violenza tra bambini e giovani in Svizzera. Il sondaggio sui giovani di Zurigo si svolge ogni sette anni. 2.000 alunni della stessa età forniscono informazioni sulle loro esperienze con la violenza. La frequenza e la natura delle esperienze possono essere confrontate con i risultati delle precedenti indagini. Lo studio z-proso ha intervistato le stesse 1.000 persone dal 2004, che all'epoca avevano sette anni. Questo mostra come ognuno abbia diverse esperienze di violenza man mano che invecchia.
La ricerca però non è concorde sul perché l'empatia non si sviluppi in determinati bambini, spiega il criminologo. «Può essere in parte la genetica, in parte a causa di una socializzazione estremamente difficile».
Anche le dinamiche di gruppo possono svolgere un ruolo e nella pubertà sono un fattore importante. «Normalmente una delle persone coinvolte fa da freno». Ribeaud menziona anche la possibilità che i casi passati siano diventati un modello attraverso i media, ma lo studioso sottolinea subito di non conoscere i dettagli dell'ultimo delitto.
I due tragici eventi sono avvenuti in Germania. Gli autori dei crimini, se condannati, in Svizzera subirebbero una combinazione di sanzioni, dalla detenzione minorile a misure di riabilitazione.
L'obiettivo è che i bambini e i giovani siano in grado di sviluppare delle abilità sociali che finora gli sono mancate.