Reati sessuali Italia: smantellata «psico-setta» a Novara, 26 indagati

ATS / pab

20.7.2020

Immagine d'illustrazione
Immagine d'illustrazione
KEYSTONE/CHRISTOF SCHUERPF

In Italia è stata smantellata una potente «psico-setta» dedita a reati sessuali, anche nei confronti di minorenni, con base operativa a Novara. Nella notte sono state eseguite numerose perquisizioni anche a Milano, Genova e Pavia.

Sono 26 le persone indagate nell'ambito dell'operazione «Dioniso». A capo della setta c'era un 77enne, accusato di avere soggiogato per oltre trent'anni donne giovani e giovanissime, anche minorenni. Quella che dalla stampa italiana viene definita una «psicosetta» aveva una organizzazione piramidale; sotto l'uomo operavano alcune donne. Le vittime «prescelte» venivano soggiogate con un lungo lavoro psicologico.

Le ipotesi d'accusa sono associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche a danno di minore.

Due anni di indagini

L'operazione Dioniso è l'ultimo atto di una indagine iniziata due anni fa dalla Questura di Novara e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino - Direzione Distrettuale Antimafia.

Secondo quanto riferito dai quotidiani italiani come La Repubblica o La Stampa, è stato il racconto di una delle vittime a dare il via alle indagini che hanno permesso di scoprire la «psicosetta» operativa da circa 30 anni che tra adepti e vittime ha avvicinato decine di persone, compiendo torture sessuali anche su minorenni.

A capo della setta, un uomo, oggi 77enne, denominato «il Dottore», che viene venerato dai suoi adepti come una sorta di «Dio» al quale tutti devono pedissequamente obbedire, pena l'isolamento dal gruppo settario.

Un'organizzazione piramidale

Stando alle ricostruzioni anticipate dalla stampa, il 77enne per adescare le adepte era aiutato da fedeli collaboratrici, descritte come «vere e proprie aguzzine».

Sono coinvolte anche delle psicologhe, a loro volta adepte, che indottrinavano le «prede» sfruttando stati di fragilità emotiva attraverso «lavaggi del cervello», attenzioni o premure «fino ad accettare acriticamente insopportabili violenze e soprusi di ogni genere».

Il gruppo criminale, grazie ad un centro psicologico ed una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta – come due scuole di danza o una scuola di «Spada Celtica», diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice – riusciva a reclutare le ignare vittime da introdurre inconsapevolmente nelle dinamiche settarie, facendole poi lavorare.

Isolate dal mondo esterno

Le giovani «prescelte», o «bestie», come gli adepti si chiamavano tra loro, tra le quali c'erano anche bambine come nel caso della denunciante, entravano nella setta con «pratiche magiche», come venivano spacciate anche alcune pratiche sessuali, torture che permettevano di «accendere il fuoco interiore», un passaggio obbligato per entrare in un «mondo magico, fantastico e segretissimo».

Poi una volta entrate, l'organizzazione si occupava della loro vita privata e professionale, scegliendo gli studi da intraprendere o il lavoro.

Anche i familiari venivano inglobati e costretti a rispettare quanto deciso dal 77enne, chiamato anche il«Dottore», altrimenti venivano minacciati di rompere ogni rapporto. Così le adepte erano isolate dal mondo esterno, tanto che la setta diventava l'unico sostegno economico e morale.

Sorge a metà degli anni '80

Il «Dottore» gestiva dalla sua abitazione nel Novarese ogni movimento delle adepte anche se queste vivevano in diversi appartamenti e locali riconducibili alla setta, tra le province di Milano e Pavia.

Proprietà che riuscivano a permettersi perché i membri erano tenuti a fare versamenti di denaro per mantenere il loro stile di vita agiato, per questo venivano scelti tra persone facoltose.

E nessuno poteva ritenersi completamente immune; tra gli adepti anche ragazze «dal livello culturale molto elevato ed apparentemente esenti da condizionamenti esterni, rischiavano di essere annesse alla setta qualora individuate come "prede"».

E così succedeva da metà degli anni 80, quando, stando al racconto della ragazza, è nata la setta dalla fusione di due realtà parallele.

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