Società In Italia un ragazzo su 10 vive in povertà e non pensa di poterne uscire

SDA

30.5.2024 - 11:10

Sono numerosi i ragazzi italiani che si trovano in condizioni di povertà. (Immagine d'archivio).
Sono numerosi i ragazzi italiani che si trovano in condizioni di povertà. (Immagine d'archivio).
Keystone

In Italia più di 100mila ragazze e ragazzi tra i 15 e i 16 anni, quasi uno su 10 (9,4%), vivono in condizioni di povertà.

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Fra questi, il 67,4% teme che il futuro lavoro non gli permetterà di uscirne contro il 25,9% degli adolescenti che non vive condizioni di deprivazione, mentre più di uno su quattro pensa che non concluderà la scuola a fronte dell'8,9% dei coetanei.

Sono alcuni dati della ricerca Domani (Im)possibili di Save the Children, presentata oggi a Roma all'Acquario Romano all'apertura di «Impossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora», la biennale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'organizzazione a cui è stata conferita la medaglia del Presidente della Repubblica.

La ricerca rileva «un drammatico divario nelle aspettative per il futuro tra i ragazzi in condizioni di povertà rispetto ai loro coetanei più abbienti» ed è per tale ragione che per Save The Children è «indispensabile un piano strategico di lungo periodo e investimenti certi per contrastare la povertà minorile e restituire fiducia e aspirazioni ai giovani».

I genitori sempre preoccupati per i soldi

Il 17,9% dei ragazzi tra i 15 ed 16 anni in povertà afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l'11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno.

Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l'anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici.

Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti.

Il 43,7% dei 15-16enni intervistati aiuta la famiglia ad affrontare le spese, cercando di risparmiare e di non chiedere soldi per spese non indispensabili; tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni).

La povertà genera frustrazione

Andando ad analizzare lo scarto tra le aspirazioni e le aspettative concrete – sottolinea Save The Children – «colpisce la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro.».

«Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori.».

«Se per questi ultimi, lo scarto è di 17,6 punti percentuali, per i più svantaggiati la forbice raggiunge i 56,4 punti percentuali, a testimoniare quanto la povertà possa generare frustrazione e gravare negativamente sui percorsi di vita».