Zurigo Le opere di Yoko Ono esposte alla Kunsthaus di Zurigo

sifo, ats

3.3.2022 - 16:07

Si apre domani alla Kunsthaus di Zurigo un'esposizione delle opere di Yoko Ono, visibile fino al 29 maggio 2022. Un'occasione per gettare un nuovo sguardo sulla creazione di un'artista i cui lavori sono più attuali che mai.

Keystone-SDA, sifo, ats

Yoko Ono, nata a Tokyo nel 1933 e trasferitasi a New York con la famiglia a 20 anni, è «una delle artiste più influenti dei nostri tempi», indica in una nota odierna la Kunsthaus di Zurigo, precisando che l'artista ha partecipato attivamente alla concezione dell'esposizione allestita nella sala per le esposizioni temporanee della nuova ala della Kunsthaus disegnata dall'architetto David Chipperfield.

Artista eclettica e attivista

Attivista pacifista e femminista, Yoko Ono è da sempre una figura simbolo per la pace e i diritti delle donne. La mostra presenta una sessantina di sue opere, selezionate dalla curatrice della Kunsthaus Mirjam Varadinis, unitamente a Yoko Ono e Jon Hendricks, suo curatore e amico di lunga data. Queste comprendono sculture, installazioni, performance, film e musica.

La mostra «Yoko Ono. This room moves at the same speed as the clouds» è stata concepita esclusivamente per la Kunsthaus, sottolinea la curatrice Mirjam Varadinis in un colloquio con Keystone-ATS: «questo era importante per noi». «A causa della pandemia non ho potuto incontrare dal vivo Yoko Ono e ho lavorato principalmente con Jon Hendricks, che ha fatto da tramite», prosegue.

Molte delle opere nascono da «istruzioni» pubblicate per la prima volta da Yoko Ono nel 1964 nel suo libro «Grapefruit» che spiega come trasformare piccole azioni del quotidiano in performance, indica la nota. Nella mostra, un facsimile del libro è esposto su una grande parete bianca, con corti testi sia in inglese sia in giapponese.

Lavoro molto attuale

Le opere esposte sono di tutti i periodi della carriera dell'artista, che coprono quindi più di 50 anni, con un interesse particolare portato sui lavori della sua gioventù e degli anni 1960 e '70.

Varadinis spiega che «Yoko Ono gioca un ruolo centrale nel mondo dell'arte del ventesimo secolo e della storia dell'arte, al contempo il suo lavoro è molto attuale». La guerra in Ucraina, prosegue, rende queste opere «tristemente ancora più attuali».

L'obiettivo di Varadinis nel curare la mostra era quello di partire dal presente piuttosto che seguire il decorso storico delle opere come in una retrospettiva classica.

L'esposizione è divisa in vari campi tematici, uno dedicato alla violenza sulle donne e alle loro reazioni, un altro riguardante l'attivismo per la pace o ancora la musica, prosegue Varadinis.

Nelle opere dedicate al pacifismo, non manca l'indimenticabile campagna «War is over! (If you want it)» lanciata da Yoko Ono e dal marito John Lennon, che in questo momento risuona attuale più che mai.

Sperimentare da sé

«Amaze» – «maze» in inglese significa labirinto ma se letto per intero significa «sorprendere». Questo il titolo di una curiosa opera di Yoko Ono del 1971, riprodotta a Zurigo e che consiste in un labirinto vetrato al cui centro sta un gabinetto.

Quando ci si trova al suo interno e ci si siede, anche se vestiti, «ci si sente osservati dagli altri in un momento molto privato come quello sul gabinetto, psicologicamente il sentimento è molto forte», spiega la curatrice. I visitatori possono entrare nel labirinto, due o tre persone alla volta e «sperimentare da sé l'effetto che fa, un elemento centrale nel lavoro dell'artista», afferma Varadinis.

«Le opere di Yoko Ono lasciano sempre qualcosa di aperto, dà una piccola introduzione ma poi ciascuno può interpretare alla sua maniera», precisa la curatrice.

Ne è un ulteriore esempio l'opera «We're all water» (2006) composta da 118 bottigliette di vetro contenenti acqua poste una accanto all'altra. Apparentemente tutte uguali ma al contempo diverse perché su ognuna c'è un nome di una personalità diversa, da John Lennon a Socrate. Un'opera che riflette ciò che siamo, tutti composti principalmente da acqua ma al contempo diversi.

Performance, installazioni e poesia

Quando chiediamo a Jon Hendricks di indicarci una delle opere qui esposte a suo parere più emblematiche dell'artista ci mostra l'installazione «Arising» (2013/2022).

Questa è composta dal video «Arising» proiettato sulla parete. Davanti ad esso, sul pavimento, un mucchio di abiti femminili e alla sua destra sulla parete sono appesi i testi di molte donne che hanno risposto ad un appello dell'artista che chiedeva loro di inviarle appositamente per questa mostra un «testament of harm», una testimonianza di violenza subita per il solo fatto di essere donne, ciascuna accompagnata da una foto dei loro occhi. Un altro esempio di come «Yoko Ono invita il pubblico a diventare parte dell'esposizione, e a partecipare alle performance», afferma la curatrice della Kunsthaus.

Per l'occasione questa installazione è stata accostata a oggetti insanguinati appartenenti alla serie «Family Album / Blood objects» (1993), che include degli occhiali che ricordano quelli di John Lennon e una mazza da baseball. Hendricks indica inoltre che con il passare del tempo l'arte di Yoko Ono diventa sempre più forte e attuale.

A margine della mostra, viene proposto un vasto programma di performance e eventi consultabile sul sito della Kunsthaus. Tra le performance proposte anche la nota «Sky piece to Jesus Christ» (1965), che verrà messa in scena questa sera alle 18:00. Questa consiste nell'avvolgere i membri di un'orchestra di garza finché questi non sono più in grado di suonare.