Pandemia Le principali tappe del viaggio del COVID-19 fino al milione di morti

relaxnews

25.9.2020

La malattia comparsa nel dicembre 2019 a Wuhan si appresta a fare la sua milionesima vittima, con una curve che ricomincia a salire in Europa, Medio Oriente e Asia con l'india in testa. 
La malattia comparsa nel dicembre 2019 a Wuhan si appresta a fare la sua milionesima vittima, con una curve che ricomincia a salire in Europa, Medio Oriente e Asia con l'india in testa. 

L'11 gennaio 2020, in Cina, è stata ufficialmente registrata la prima morte per coronavirus. Otto mesi dopo, la malattia apparsa a dicembre 2019 a Wuhan sta per fare la sua milionesima vittima, con una curva che ricomincia a risalire in Europa, Medio Oriente e Asia, India in testa.

1'000 morti nel primo mese

Sars-CoV-2, il virus responsabile della malattia di Covid-19, si sta diffondendo rapidamente per la prima volta in Cina, soprattutto nella provincia di Wuhan. In un mese il Paese ha registrato più di mille morti, un bilancio già più pesante di quello della SARS, un'altra sindrome respiratoria acuta che era circolata in Asia nel 2002-2003 (774 morti registrate in totale).

Da febbraio il virus è circolato rapidamente al di fuori della Cina continentale: le Filippine hanno registrato la loro prima morte il 2 febbraio, Hong Kong due giorni dopo, poi Giappone e Francia il 13 e 14 febbraio.

Invasi Europa e Stati Uniti, aprile nero

A febbraio la diffusione del virus dilaga. L'11 marzo, quando l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dichiara il nuovo coronavirus una «pandemia», 30 paesi e territori registrano 4'500 morti, due terzi dei quali in Cina. L'Italia (800 morti) e l'Iran (300 morti) vedono aumentare vertiginosamente il numero di infezioni e poco dopo quello dei morti.

Fino a metà aprile, la curva dei decessi sale rapidamente in Europa e negli Stati Uniti, raggiungendo, nella seconda settimana di aprile, picchi rispettivamente di oltre 4'000 e 2'700 morti al giorno in media. Oggi, gli Stati Uniti rimangono il paese più colpito per numero totale di morti, con oltre 200'00 decessi.

A livello globale, la settimana più mortale si registra dal 13 al 19 aprile, con oltre 7'400 vittime ogni giorno, per un totale di morti nel mondo che ha raggiunto quasi i 170'000, ovvero il doppio della cifra registrata il 31 marzo.

Giugno: il nuovo epicentro è in America Latina

L'America Latina e i Caraibi a loro volta diventano l'epicentro della pandemia in giugno. Dal 15 luglio, la regione sperimenta nella curva dei decessi un lungo altopiano, con una media di 2'500 morti giornaliere registrate fino al 15 agosto, prima di diminuire lentamente fino a raggiungere la scorsa settimana i 1'900 morti in media ogni giorno.

Il Brasile è, dopo gli Stati Uniti, il paese che registra il maggior numero di persone decedute in totale (più di 138'000). Rispetto alle loro popolazioni, Perù (958 morti per milione di abitanti), Bolivia (659), Brasile (650), Cile (644) ed Ecuador (630), si collocano tutti tra i 10 Paesi più colpiti nel mondo, insieme a Paesi europei come il Belgio (859) o la Spagna (661).

Settembre: in arrivo una nuova onda?

In Asia, dove il bilancio delle vittime era stato inferiore a 100 morti al giorno fino a metà aprile, l'aumento è continuato da allora. Il continente dal 20 luglio ha regolarmente superato le 1'000 morti quotidiane. Oggi si avvicina a 1'500, con l'India in testa (90'000 morti in totale, più di 1'100 al giorno la scorsa settimana).

La curva dei casi sta ricominciando a salite in Europa, con un aumento questa settimana del 20% in media rispetto alla precedente. Crescono anche i decessi (614 al giorno, + 28%) rafforzando la paura di una seconda ondata. Sono in crescita anche i decessi in Medio Oriente (circa 330 la scorsa settimana, + 18% rispetto alla precedente).

Africa e Oceania a parte

Secondo le statistiche ufficiali, l'Africa è oggi uno dei due continenti più risparmiati: i decessi sono in diminuzione da agosto (meno di 200 al giorno a metà settembre dopo un picco, a circa 400 all'inizio di agosto). Lo stesso vale per l'Oceania, dove in media il numero di morti giornaliere non ha mai superato i venti.

A livello globale, la curva è stata su un «altopiano» dall'inizio di giugno, con circa 5'000 persone ufficialmente uccise dalla malattia ogni giorno.

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