Verdetto storico Morte di George Floyd: Chauvin giudicato colpevole d'omicidio

ATS / pab

21.4.2021

L'ex agente Derek Chauvin è stato ritenuto colpevole dell'omicidio di George Floyd.
L'ex agente Derek Chauvin è stato ritenuto colpevole dell'omicidio di George Floyd.
Keystone/Court TV via AP

Si è chiuso il processo a Minneapolis per la morte di George Floyd: confermati tutti i tre capi d'accusa per l'ex agente di polizia Derek Chauvin. All'annuncio del verdetto la folla riunitasi davanti al tribunale ha esultato.

ATS / pab

21.4.2021

In una blindatissima Minneapolis si è concluso il processo contro l'ex agente di polizia Derek Chauvin, ritenuto colpevole dell'omicidio di George Floyd.

I dodici giurati, che deliberavano da lunedì, dopo oltre 10 ore di discussione, martedì in tarda serata (ora svizzera) hanno ritenuto Chauvin colpevole di tutti e tre i capi di accusa: omicidio colposo, omicidio di secondo grado preterintenzionale e omicidio di terzo grado. 

L'ex poliziotto, che ha ascoltato impietrito la lettura del verdetto accanto al suo avvocato, ha lasciato l'aula di tribunale in manette per essere incarcerato immediatamente. Finora era a piede libero, dopo il pagamento di una cauzione.

Aspetterà in cella di conoscere il suo destino. La pena a cui sarà condannato Chauvin, che rischia 40 anni di carcere, sarà infatti decisa tra otto settimane dal giudice che ha presieduto il processo.

Applausi e urla di gioia fuori dal tribunale

La lettura del verdetto da parte del giudice è stata accolta da un'ovazione e da scene di esultanza da parte delle centinaia e centinaia di persone radunatesi davanti alla sede del tribunale di Minneapolis in attesa della decisione. E la tensione si è subito sciolta in un grande applauso e in urla di gioia.

Sembrano scongiurati dunque i rischi di disordini, non solo a Minnepolis ma anche in diverse altre città americane. E la grande paura si è presto trasformata in una grande festa, da Minneapolis a Times Square, da Washington a Los Angeles e Chicago.

Biden: «un passo avanti contro il razzismo sistemico»

«Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico che è una macchia per l'anima del nostro Paese»: lo ha detto il presidente Joe Biden, parlando alla nazione americana in diretta tv e commentando il verdetto del processo Floyd.

«Oggi è stato compiuto un passo da giganti nella marcia verso la giustizia in America», ha aggiunto Biden, che ha definito la morte di George Floyd come «un omicidio alla luce del giorno». Per il presidente americano però bisogna fare molto di più, anche se la decisione odierna può rappresentare «un cambiamento significativo».

«Questo deve essere un momento di vero cambiamento. George Floyd ha implorato 'non posso respirare, non posso respirare'. Non possiamo lasciare che queste parole muoiano con lui»: ha anche detto commosso Joe Biden. «Ai figli di George dobbiamo dire: 'Papà ha cambiato il mondo'». Il presidente ha poi lanciato agli americani un appello all'unità e ad evitare la violenza.

La decisione, molto attesa in tutto il Paese, sarebbe stata seguita in diretta televisiva anche dallo stesso Biden, secondo quanto riferisce la Casa Bianca. Il presidente, infatti, avendo avuto notizia dell'imminenza del verdetto, avrebbe riprogrammato il suo intervento sull'American Jobs plan.

Joe Biden ha in seguito telefonato ai famigliari della vittima, dicendosi rincuorato dal verdetto. «Vi porterò alla Casa Bianca a bordo dell'Air Force One»: è stata la promessa che ha fatto durante la lunga chiamata.

Un verdetto storico

«Colpevole! La giustizia ottenuta con dolore è stata finalmente concessa alla famiglia di George Floyd. Questo verdetto è una svolta nella storia», ha affermato l'avvocato della famiglia della vittima.

«Il verdetto di oggi è un importante passo in avanti per la giustizia in Minnesota. Il processo si è chiuso ma il nostro lavoro è solo all'inizio» ha affermato dal canto suo il governatore del Minnesota, Tim Waltz.

Il verdetto rappresenta, secondo molti esperti, una pietra miliare nella lunga storia di battaglie contro la violenza della polizia statunitense, soprattutto nei confronti delle comunità afroamericana ed ispanica, ed è destinata a creare un precedente storico anche in vista di tanti altri processi. Senza contare che la decisione odierna potrebbe accelerare una riforma della polizia, a livello federale e a livello locale, attesa da troppo tempo negli Stati Uniti.

La morte in diretta video

L'episodio aveva scatenato proteste e rabbia. Chauvin, con altri tre agenti, aveva arrestato George Floyd per un reato minore il 25 maggio del 2020. Per più di nove minuti, il poliziotto bianco ha tenuto il ginocchio al collo del quarantenne nero, che giaceva a pancia in giù con le mani ammanettate dietro la schiena. Nemmeno una volta privo di sensi è stato soccorso dagli agenti.

La sua agonia, filmata in diretta da molti passanti, ha sconvolto il mondo e ha scatenato manifestazioni di proporzioni storiche contro il razzismo e la violenza della polizia.

Il processo si è svolto in un clima di forti tensioni e proteste quotidiane a seguito della recente morte di un giovane uomo di colore alla periferia di Minneapolis. Si conclude così una clamorosa vicenda che ha lasciato un segno profondo nell'America, illustrando, non solo in patria, ma nel mondo intero, le divisioni razziali nel paese.

Gli altri tre agenti incriminati per la morte di Floyd sono accusati d'aver facilitato l'omicidio del 46enne. Saranno processati in agosto.

Obama: «Oggi una giuria ha fatto la cosa giusta, ma...»

Uno tra i primi a reagire è stato l'ex presidente statunitense Barack Obama, che ha affidato una presa di posizione al suo account ufficiale di Twitter: «Oggi, una giuria ha fatto la cosa giusta. Ma una vera giustizia richiede molto di più. Michelle e io inviamo le nostre preghiere alla famiglia Floyd e siamo con tutti coloro che si impegnano a garantire a ogni americano la piena misura di giustizia che a George e a tanti altri è stata negata».