Museo EtnograficoMuseo etnografico – soluzioni indigene ai cambiamenti climatici
mf, ats
22.9.2021 - 15:03
Una nuova esposizione del Museo etnografico di Ginevra (MEG) abborda la problematica del cambiamento climatico attraverso lo sguardo di artisti provenienti da popolazioni autoctone.
mf, ats
22.09.2021, 15:03
22.09.2021, 16:04
SDA
Le popolazioni indigene sono particolarmente vulnerabili alle degradazioni ambientali, ha sottolineato oggi il MEG. Esse infatti dipendono fortemente dalla natura per la loro sussistenza ed il loro benessere. D'altro canto, giocano un ruolo nella ricerca di alternative.
Il loro sapere, trasmesso di generazione in generazione, permette di preservare la biodiversità, gli ecosistemi, i suoli e l'acqua e potrebbe essere d'aiuto anche al resto dell'umanità. L'esposizione «Injustice environnementale – Alternatives autochtones» (Ingiustizia ambientale – alternative autoctone) mostra come queste società difendano i diritti delle proprie terre e trasmettano le loro conoscenze.
Grandi responsabilità per la biodiversità
Ad accogliere i visitatori un grande mappamondo che indica la presenza dei popoli indigeni, sparsi su tutti i continenti. Riuniti, tutti questi popoli formano una popolazione di più di 500 milioni di persone. Pur essendo relativamente pochi in rapporto alla popolazione mondiale, proteggono l'80% della biodiversità del pianeta.
La particolarità delle popolazioni autoctone, che siano i Tsimshian dell'Alaska, gli Amazigh del Marocco (anche noti come berberi), gli Anishinaabeg del Nord America o i Sami della Fennoscandinavia, è di riparare l'irreparabile e di percepire l'essere umano come legato al resto della natura da un fragile equilibrio.
L'esposizione è stata istituita in collaborazione con rappresentati delle popolazioni indigene che hanno potuto partecipare attivamente al processo decisionale. Questa si vuole anche ecologicamente responsabile, con l'uso di decorazioni e mobili fatti con materiali riciclati.
La mostra sarà visibile da venerdì e fino al 21 agosto 2022.