Un'enorme pietra miliare Una nuova foto del buco nero conferma la teoria della relatività

SDA

18.1.2024 - 10:15

Un'immagine d'archivio del buco nero M87, al centro della galassia Virgo A, ottenuta dai dati dell'Event Horizon Telescope.
Un'immagine d'archivio del buco nero M87, al centro della galassia Virgo A, ottenuta dai dati dell'Event Horizon Telescope.
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C'è una nuova foto di M87, il primo buco nero a essere stato immortalato. L'ha ottenuta la stessa collaborazione scientifica internazionale Event Horizon Telescope (Eht), alla quale si è ora aggiunto il Greenland Telescope.

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La nuova immagine presenta solo una lieve variazione nella luminosità: una stabilità che costituisce una conferma della teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein. Il risultato è pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

La nuova immagine è il risultato delle osservazioni fatte nell'aprile 2018, ossia a un anno di distanza rispetto a quelle condotte nell'aprile 2017 e pubblicate nel 2019, con la prima foto di un buco nero. Gli strumenti aggiornati, osservano i ricercatori, «offrono una visione della sorgente indipendente dalle prime osservazioni del 2017».

Distante 55 anni luce dalla Terra, il buco nero M87 è il cuore della galassia gigante Messier 87 e la sua nuova immagine mostra un anello luminoso delle stesse dimensioni di quello osservato nel 2017, che circonda una profonda depressione centrale, la cosiddetta «ombra del buco nero» prevista dalla teoria della relatività generale; l'unica differenza è nello spostamento del picco di luminosità dell'anello, in linea con le attuali teorie sulla variabilità del materiale turbolento intorno ai buchi neri.

Un'enorme pietra miliare

«La conferma dell'anello in una serie di dati completamente nuova è un'enorme pietra miliare per la nostra collaborazione e una forte indicazione che stiamo osservando l'ombra di un buco nero e il materiale che orbita intorno a esso», osserva il coordinatore della ricerca Keiichi Asada, dell'Academia Sinica Institute for Astronomy and Astrophysics di Taiwan.

Oltre al Greenland Telescope, al coro di strumenti della collaborazione Eht si è aggiunto il Large Millimeter Telescope, un grande telescopio che si trova in Messico, e tutti gli strumenti sono stati aggiornati in modo da essere attivi in quattro bande di frequenza, rispetto alle due del 2017.

«Questo risultato rappresenta il primo sforzo per esplorare i molti anni di dati aggiuntivi che abbiamo raccolto,» dice Mariafelicia De Laurentis, deputy project scientist della collaborazione Eht, docente all'Università Federico II di Napoli e ricercatrice dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare italiano. «Oltre al 2017 e al 2018, l'Eht – prosegue – ha condotto osservazioni di successo nel 2021 e nel 2022 e ha in programma osservazioni nella prima metà del 2024.