Disastri Ponte Genova: segnalato il rischio di crollo già nel 2014

ATS

20.11.2019 - 12:22

Il Ponte Morandi, a Genova, è crollato nell'agosto dello scorso anno. Nel disastro perirono 43 persone e altre 566 furono sfollate.
Il Ponte Morandi, a Genova, è crollato nell'agosto dello scorso anno. Nel disastro perirono 43 persone e altre 566 furono sfollate.
Source: KEYSTONE/AP ANSA/LUCA ZENNARO

Nel registro digitale di Atlantia, azienda italiana attiva nel settore delle infrastrutture autostradali e aeroportuali, è stato trovato un documento che svela il rischio crollo per il ponte Morandi di Genova, caduto il 18 agosto 2018 facendo 43 morti.

Finora i dirigenti di Autostrade per l'Italia (Aspi) hanno dichiarato ai magistrati che per il viadotto nessun rapporto di Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale) aveva messo in allarme per il pericolo di crollo.

Il documento è stato sequestrato dalla Guardia di finanza. Quel «documento di programmazione del rischio», stilato dall'Ufficio rischio di Autostrade è passato dai vari consigli di amministrazione (cda) sia di Aspi che di Atlantia.

Dal 2014 al 2016 per il Morandi si parla di «rischio crollo», dal 2017 la dicitura diventa «rischio perdita stabilità». Lo scrive La Repubblica.

Le immagini dopo il crollo del ponte Morandi

Misure non prese

Secondo fonti di Atlantia e Aspi l'attestato viene presentato ai cda per informare gli azionisti e per programmare gli interventi, ma anche per chiedere consulenze tecniche a ditte esterne.

Nell'autunno del 2017, infatti, il Centro elettrotecnico sperimentale italiano (Cesi, multinazionale italiana che si occupa di prove e certificazioni nel campo dell'ingegneria, dell'innovazione e della consulenza per il settore elettrico, civile e ambientale) segnalò problemi sugli stralli corrosi e suggerì controlli trimestrali mirati, applicazione di sensori: indicazioni disattese secondo l'indagine.

Ritardi nelle comunicazioni?

I magistrati che indagano sul crollo del viadotto, avvenuto il 14 agosto del 2018 causando 43 vittime, vogliono capire perché il progetto di consolidamento del ponte (retroffiting) soltanto nel febbraio del 2018 sia stato sottoposto alla valutazione del provveditorato delle opere pubbliche e nel giugno sia giunto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nonostante il «rischio crollo» fosse stato già certificato quattro anni prima.

I lavori avrebbero dovuto iniziare nell'autunno del 2018. Del documento sequestrato in cui si parla del rischio crollo aveva parlato nei giorni scorsi anche Il Secolo XIX.

Rapporti edulcorati per risparmiare soldi

Magistrati e investigatori chiedono ai 73 indagati di omicidio e disastro colposo plurimi come mai il ponte venisse classificato con voto inferiore a 50 (oltre questo livello si applicano misure di limitazione al traffico o chiusure), quindi con rischio basso.

Le intercettazioni agli atti dell'inchiesta evidenziano che i monitoraggi di Spea erano edulcorati per evitare limitazioni e per risparmiare sugli interventi.

C'è un altro dato che fa riflettere gli investigatori: dal 2014 in poi le polizze assicurative sul viadotto genovese erano aumentate notevolmente.

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