Esperimento Buona parte dei portafogli smarriti vengono restituiti, ecco perché

ATS / PAB

20.6.2019 - 20:05

Portafogli smarriti e restituiti con il loro contenuto intatto. I ricercatori sono rimasti piacevolmente stupiti dagli esiti del loro esperimento. La Svizzera e i paesi scandinavi risultano essere i più onesti, mentre Cina, Marocco, Perù e Kazakistan chiudono la speciale graduatoria.

Ricercatori dell'università di Zurigo, assieme a colleghi di quelle dello Utah e del Michigan, negli Stati Uniti, hanno condotto un esperimento sociale su vasta scala in 355 città di 40 Paesi, una sorta di «candid camera».

L'esperimento

I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Science. 

L'esperimento, costato 600'000 dollari, è inedito per quanto riguarda le sue proporzioni. Più di 17'000 borsellini identici sono stati depositati dai ricercatori in 400 occasioni per Paese.

Camuffati da anonimi passanti, gli studiosi sono entrati in banche, teatri, musei, uffici postali, hotel e stazioni di polizia, per consegnare un portafoglio, dicendo di averlo trovato casualmente per strada e chiedendo di restituirlo al proprietario.

Ogni portamonete, di plastica e trasparente, conteneva tre carte da visita con un indirizzo email, una lista della spesa, una chiave. Alcuni erano senza soldi, altri con una somma equivalente a 13,45 dollari in potere d'acquisto nella moneta locale.

Risultati sorprendenti 

Contro ogni previsione, è emerso che le persone interpellate provavano a rintracciare il proprietario del borsellino soprattutto se conteneva denaro. In media infatti il 40% dei portafogli senza soldi è stato reso, contro il 51% di quelli che ne contenevano.

I risultati hanno poi permesso di sfatare un pregiudizio: gli individui non sono motivati solo dalla prospettiva di un guadagno: la probabilità di restituzione era tanto più alta quanto maggiore era il valore economico della somma presente nel portamonete.

Le persone puntano all'onestà... 

Secondo i risultati di ulteriori indagini, la maggior parte delle persone si comporta eticamente, soprattutto davanti a grandi cifre, non solo per altruismo, ma soprattutto perché teme di essere considerata al pari di un ladro, rischiando di perdere la propria immagine di persona onesta.

«Quando le persone possono approfittare in maniera considerevole di un comportamento malonesto, il desiderio di barare aumenta, ma il costo piscologico di vedersi come un ladro cresce di pari passo - e a volte il primo domina sul secondo» aggiungono i ricercatori.

Nel corso dell'esperimento, però, non tutti i portafogli sono stati riconsegnati e tra questi, a sorpresa, alcuni erano stati «smarriti» in luoghi insospettabili, come nei paraggi del Vaticano e di alcuni enti anticorruzione.

La Svizzera prima

La proporzione di portafogli restituiti ha sorpassato il 70% in Svizzera e in Norvegia. In Cina meno del 10% degli impiegati lo ha fatto nel caso di portamoneti senza soldi, e più del 20% quando all'interno c'era del denaro.  

Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Polonia i ricercatori hanno ripetuto l'esperienza con 94,15 dollari, facendo salire il tasso di restituzione al 72%.

Prova d'altruismo per i ricercatori è il fatto che i portamoneti senza chiave siano stati mediamente restituiti in maniera meno frequente. 

«Quando ci sono dei soldi la gente ha l'impressino di rubare, e questa impressione aumenta quando la somma aumenta», ha affermato Christian Zünd, dottorando all'Università di Zurigo.

I valori culturali influenzano

La ricchezza o povertà relativa non è sufficiente a spiegare le differenze tra i paesi, precisa Alain Cohn, professore dell'Università del Michigan.

I valori culturali locali e il sistema politico sembrano avere un'influenza. Per esempio, più i legami famigliari sono storicamente forti in un paese, meno i portafogli vengono resi – l'Italia appare meno civica che la Francia.
 
E questo probabilmente perché, suppone Christian Zünd, le persone sono più abituate a preoccuparsi del loro piccolo gruppo sociale che di sconosciuti.

Una visione troppo pessimista?

I ricercatori hanno chiesto a 279 economisti di predire se i borsellini con i soldi sarebbero stati restituiti in maniera minore. Meno di un terzo ha fatto una giusta previsione.

Questi risultati hanno spinto Alain Cohn ad affermare che: «anche gli esperti hanno una visione troppo pessimista delle motivazioni delle persone».
 
Per quel che riguarda il primo posto della Sizzera, da dove arrivano tre dei quattro co-autori, Alain Cohn sottolinea: «Certo, eravamo contenti di vedere la Svizzera in testa alla classifica».

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