Scienza Dopo 50 anni di mistero scoperto un nuovo gruppo sanguigno

SDA

18.9.2024 - 17:56

La scoperta del nuovo gruppo sanguigno garantirà trasfusioni più sicure. (Foto archivio)
La scoperta del nuovo gruppo sanguigno garantirà trasfusioni più sicure. (Foto archivio)
Keystone

Scoperto un nuovo gruppo sanguigno, il rarissimo Mal: ricercatori erano sulle sue tracce da mezzo secolo, da quando nel 1972 fu individuata una donna misteriosamente priva dell'antigene AnWj, che è presente sulla superficie dei globuli rossi nel 99,9% delle persone.

La scoperta dell'origine genetica di questa condizione, pubblicata sulla rivista Blood dai ricercatori del National Health Service Blood and Transplant nel Regno Unito, porta a 47 il numero dei sistemi di gruppi sanguigni noti finora (tra cui i celebri sistemi ABO e Rh) e apre la strada a trasfusioni di sangue più sicure.

I risultati di questa ricerca permetteranno infatti di sviluppare nuovi test genetici per rilevare quei rari pazienti che sono AnWj-negativi, riducendo così il rischio di complicazioni associate alla trasfusione.

La maggior parte delle persone AnWj-negative deve la loro condizione a malattie ematologiche o a particolari tipi di tumore che sopprimono l'espressione dell'antigene normalmente presente sulla proteina Mal. Solo un numero molto esiguo di persone è AnWj-negativo per una causa genetica.

«Un enorme risultato»

I ricercatori l'hanno scoperta esaminando non solo il sangue della paziente identificata nel 1972, ma anche quello dei membri di una famiglia arabo-israeliana con cinque individui AnWj-negativi. Per ciascuna persona è stato sequenziato l'intero esoma, ovvero il DNA che codifica proteine.

Dai risultati è emerso che i rari casi genetici di negatività all'antigene AnWj sono dovuti a delezioni di sequenze di DNA in entrambe le copie del gene Mal.

Lo studio «rappresenta un enorme risultato e il culmine di un lungo lavoro di squadra, per stabilire finalmente questo nuovo sistema di gruppi sanguigni ed essere in grado di offrire la migliore assistenza a pazienti rari ma importanti», commenta la prima autrice dello studio, Louise Tilley del NHS Blood and Transplant di Bristol.

«Il lavoro è stato difficile perché i casi genetici sono molto rari. Non avremmo raggiunto questo obiettivo senza il sequenziamento dell'esoma, perché il gene che abbiamo identificato non era un candidato ovvio e si sa poco della proteina Mal nei globuli rossi».