Mafia Strage di Capaci, ergastolo al boss latitante Matteo Messina Denaro

ATS

21.10.2020 - 07:05

Capaci 1992, la devastazione dopo dopo l'esplosione
Capaci 1992, la devastazione dopo dopo l'esplosione
Source: KEYSTONE/EPA, ANSA/STR

La Corte d'Assise di Caltanissetta, in Sicilia, dopo oltre 14 ore di camere di consiglio, ha condannato ieri sera all'ergastolo il boss latitante Matteo Messina Denaro per le stragi del '92 di Capaci e Via D'Amelio.

Capo della mafia trapanese, Messina Denaro, ricercato dal 1993, è stato tra i responsabili della linea stragista di Cosa nostra imposta dagli uomini di Totò Riina che costò la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli agenti delle loro scorte.

Secondo l'accusa, sostenuta in aula dal procuratore aggiunto Gabriele Paci, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe determinato all'interno di Cosa nostra «un clima di unanimità senza il quale il capomafia corleonese Totò Riina non avrebbe potuto portare avanti i suoi piani stragisti, se non a rischio di una guerra di mafia».

«Non è sostenibile – ha spiegato il magistrato durante la requisitoria, conclusasi con una richiesta di condanna all'ergastolo per il padrino latitante – che Totò Riina avrebbe comunque intrapreso quella strada senza avere il consenso di Cosa nostra, perchè se ci fosse stato il dissenso dei vertici di una delle province ci sarebbe stata una guerra».

La storia di quegli anni, dunque non sarebbe stata la stessa se Messina Denaro non avesse appoggiato la linea del padrino corleonese e se non avesse aiutato Riina a stroncare sul nascere le voci del dissenso interno.

Quello che si è concluso martedì sera è il terzo processo che si celebra a Caltanissetta per la strage di Capaci e il quinto celebrato per la strage di via D'Amelio. Nelle altre tranche sono stati condannati a vario titolo capimafia ed esecutori materiali dei due attentati.

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