Ecco perché Il gruppo alimentare messicano Bimbo non può registrare il suo marchio in Svizzera: «È discriminatorio»

aula, ats

21.5.2024 - 13:03

Il Tribunale amministrativo federale di San Gallo conferma una decisione dell'Istituto Federale della Proprietà Intellettuale.  (immagine d'archivio)
Il Tribunale amministrativo federale di San Gallo conferma una decisione dell'Istituto Federale della Proprietà Intellettuale. (immagine d'archivio)
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Il gruppo alimentare messicano Bimbo non può registrare il marchio «Bimbo QSR» in Svizzera. Il Tribunale Amministrativo Federale (TAF) ha confermato il rifiuto dell'Istituto Federale della Proprietà Intellettuale visto che il termine ha una connotazione razzista in tedesco.

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Non appena la domanda è stata depositata, alla fine del 2018, l'Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) ha emesso un rifiuto provvisorio, confermato poi con decisione del 27 luglio 2023. L'Istituto ha giustificato la sua posizione citando il significato «profondamente avvilente e razzista» del termine «bimbo» in tedesco per le persone di colore.

Nel ricorso al Tribunale Amministrativo Federale, il Grupo Bimbo S.A.B. ha sostenuto principalmente che bimbo dovrebbe essere inteso nel suo significato in lingua italiana, cioè «bambino». Inoltre, l'aggiunta dell'acronimo «QSR», per Quick Service Restaurant, collocava il marchio in un contesto che esclude qualsiasi allusione razzista.

In una sentenza pubblicata martedì, i giudici di San Gallo hanno respinto queste argomentazioni. Essi sottolineano che la questione deve essere valutata alla luce della sensibilità degli individui medi appartenenti alla comunità interessata in Svizzera. L'intenzione dietro l'uso della parola in questione da parte del ricorrente è irrilevante.

La decisione non è definitiva

Il tribunale ha sottolineato che diversi dizionari tedeschi definiscono la parola «bimbo» come un «insulto altamente discriminatorio nei confronti delle persone di colore». Un'indagine commissionata dalla Commissione federale contro il razzismo ha rivelato procedimenti penali avviati a causa di questo insulto.

I giudici sottolineano pure il significato sessista della parola «bimbo» in francese e riconoscono che il termine non ha la stessa connotazione in italiano, ma questo non lo rende più accettabile.

La decisione non è definitiva e può ancora essere impugnata davanti al Tribunale federale.