Al TPF Slitta la sentenza del processo d'appello all'emiro di Winterthur

pl, ats

23.11.2021 - 15:03

Il TPF di Bellinzona
Il TPF di Bellinzona
KEYSTONE/TI-PRESS

Sarà annunciata alla parti per iscritto la sentenza del processo d'appello al cosiddetto «emiro di Winterthur» tenutosi davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona.

23.11.2021 - 15:03

L'imputato è un 35enne che nel novembre e dicembre 2013 si è recato nella zona di guerra in Siria. Nel settembre dello scorso anno, il TPF lo aveva condannato a 50 mesi di detenzione da scontare, riconoscendolo colpevole di coinvolgimento in un'organizzazione criminale e di rappresentazione di immagini violente.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), che al primo processo aveva richiesto 42 mesi di carcere, ha chiesto ieri una condanna a 55 mesi da scontare. La procura federale chiede ora di riconoscerlo colpevole anche di partecipazione ad un'organizzazione criminale.

L'MPC motiva la sua richiesta tra l'altro con l'apertura di due nuovi procedimenti penali nei confronti del 35enne: uno per la presunta riscossione illegale di aiuti sociali e l'altro in relazione all'acquisto di steroidi anabolizzanti.

La difesa si è battuta per l'assoluzione del 35enne, criticando l'MPC per non aver concesso al suo assistito in più occasioni il diritto di essere sentito. Su richiesta delle parti, la Corte d'appello del TPF ha deciso che la sentenza non sarà annunciata pubblicamente, ma sarà trasmessa per iscritto.

L'imputato era integrato nell'organizzazione

Per l'MPC non ci sono dubbi che l'accusato abbia trascorso tre settimane da novembre 2013 in un campo d'addestramento del Jamwa (Esercito degli emigranti e dei sostenitori), non lontano dalla città di Aleppo. L'organizzazione faceva parte della milizia del sedicente Stato islamico (Isis).

L'imputato era integrato nell'organizzazione. Dopo il suo ritorno in Svizzera – sottolinea l'MPC – non ha rinunciato a quell'ideologia. Anzi, ha diretto l'organizzazione «Lies» (Leggi!), che si è fatta conoscere nella Svizzera tedesca per la distribuzione gratuita del Corano in luoghi pubblici.

Assieme al campione del mondo di boxe thailandese Valdet Gashi – poi morto in un combattimento nel luglio del 2015 – ha inoltre fondato la scuola di arti marziali «MMA Sunna» a Winterthur (ZH), attraverso la quale ha reclutato giovani pronti a partire per la Siria.

I messaggi mandati sul cellulare di sua moglie mostravano chiaramente che l'imputato sapeva molto bene dove si trovava. Per la prima volta dall'inizio dell'inchiesta – ha dichiarato il rappresentate dell'accusa – l'accusato ha ammesso che il campo di addestramento si trovava su un ex campo d'aviazione.

Il 35enne si è definito un ex simpatizzante dell'Isis

Il 35enne si è definito un ex simpatizzante dell'Isis e ha dichiarato di rammaricarsene profondamente, parlando di un «errore che mi ha rovinato la vita».

L'uomo ha quindi espresso l'intenzione di ricostruirsi, fra molte difficoltà, una nuova vita. L'imputato è attualmente inabile al lavoro a causa di un disturbo da stress post-traumatico certificato da un medico. Malattia – ha detto l'imputato – che sarebbe stata causata dal tempo passato in detenzione preventiva.

Ogni tentativo di trovare un lavoro è finora fallito, indipendentemente dalle sue condizioni di salute. Per questo, l'accusato ha dichiarato di dover far ricorso all'assistenza sociale.

L'uomo si è nel frattempo separato dalla moglie sposata in Svizzera, lasciando alla donna la custodia della figlia. Il 35enne ha divorziato anche dalla seconda moglie sposata secondo il rito islamico. La donna e la figlia comune sono nel frattempo ritornate in Germania. Il processo è stato seguito anche dalla nuova fidanzata del 35enne.

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