Street art Un fantasma nella pandemia: Banksy e il coronavirus

Silvia Kusidlo, dpa

28.12.2020

Banksy, o piuttosto la sua compagna, soffre. La crisi da coronavirus ha obbligato il misterioso street artist al telelavoro. Nonostante tutto, è con un pizzico d’ironia e molto cuore che lo spirito buono della strada consola le vittime e gli eroi della pandemia.

Improvvisamente, come per magia, compaiono sul vecchio muro di un parrucchiere o nella metro. Il misterioso street artist britannico Banksy realizza le sue opere in luoghi insoliti. Quest’anno le sue immagini si concentrano su un tema cruciale: la pandemia da coronavirus, i suoi eroi e le sue vittime. Il Regno Unito è uno dei Paesi che ha registrato il maggior numero di decessi per Covid-19.

L’identità di Banksy è segreta. Sarebbe originario di Bristol, nel sudest dell’Inghilterra, e sarebbe arrivato a Londra alla fine degli anni ’90. È diventato celebre con creazioni che criticano la società, toccando argomenti come i senzatetto e il consumismo. Per affrontare il tema serio della pandemia, l’artista dimostra di avere una buona dose di humor.

I media britannici inseriscono questa sua ultima opera, apparsa in dicembre sul muro di una casa di Bristol, in questa categoria. L’immagine rappresenta una donna anziana che perde la dentiera mentre starnutisce forte. Poiché la casa si trova nella via probabilmente più ripida d’Inghilterra, lo starnuto sembra far crollare gli edifici vicini.

Topi nella metropolitana

Banksy ha dipinto dei topi nella metropolitana londinese per incoraggiare all’uso della mascherina nell’ambito della lotta al coronavirus. Uno dei roditori fa paracadutismo usando una mascherina, mentre un altro – senza mascherina – starnutisce e spruzza vernice contro una finestra.

Purtroppo gli addetti alla manutenzione, non sapendo chi fosse l’autore, hanno eliminato le opere che, secondo gli intenditori d’arte, valevano diversi milioni di di sterline. Un video diffuso su Instagram sembra mostrare Banksy intento a ritrarre se stesso, indossando una tuta bianca e una mascherina. «Se non porti la mascherina, non hai capito niente» ha scritto.

In autunno, un’opera di Banksy è improvvisamente comparsa sul muro di un parrucchiere a Nottingham. In quest’immagine in bianco e nero, una bambina gioca con l’hula hoop ricavato dalla ruota di una bici. Davanti a lei, Banksy ha collocato una bici distrutta con una sola ruota, attaccata a un lampione. I vicini hanno voluto vedere un messaggio di incoraggiamento in piena crisi da coronavirus: Nottingham è una delle città britanniche più duramente colpite dalla pandemia.

In una clinica di Southampton, nel sud dell'Inghilterra, Banksy ha lasciato un dipinto dedicato agli eroi della crisi del coronavirus con una nota: «Grazie per tutto quello che fate. Spero che questo illumini un po' il posto.» Vi si vede un ragazzino che fa volare una bambola da infermiera con un mantello come se fosse Superman.

Disordine e telelavoro

In piena crisi del coronavirus, Banksy ha anche pubblicato su Instagram un'opera realizzata in telelavoro. Usando la sua tipica tecnica dello stencil, ha tratteggiato alcuni ratti sulla parete del suo bagno. Gli oggetti sono stati disposti in modo tale che i roditori sembravano seminare il caos. «Mia moglie odia quando lavoro a casa», ha commentato l'artista, non senza umorismo.

Ma chi potrebbe celarsi dietro il nome di Banksy, le cui opere sono già state appese senza autorizzazione al Louvre di Parigi o alla Tate Modern di Londra, come fossero spuntate dal nulla? Numerosi indizi portano a un certo Robin Gunningham, uno street artist originario di Bristol.

Il «Daily Mail» ha tratto questa conclusione già nel 2008 a seguito di approfondite ricerche. Alcuni anni più tardi, ricercatori della Queen Mary University di Londra sono giunti alla stessa conclusione utilizzando metodi di criminologia. Dopo aver incrociato le opere di Banksy con i movimenti di Robin Gunningham, hanno riscontrato molte similitudini.

Altri pensano che Banksy sia il cantante Robert Del Naja del gruppo britannico Massive Attack, nato a Bristol. É stato identificato in particolare un legame tra le date del tour del gruppo e la comparsa di nuove opere in diversi paesi. Il cantante nega, pur riconoscendo di essere un amico dell'artista. Tra le molte altre ipotesi, si dice anche che Banksy sia una donna che dirige un collettivo di artisti. In effetti, qualunque sia l'identità dell'individuo dietro tutto questo, Banksy deve avere una cerchia segreta di assistenti.

Quali temi tratterà dopo il coronavirus?

Se la pandemia di coronavirus dovesse concludersi l'anno prossimo, Banksy probabilmente si occuperà di altri argomenti - forse i rifugiati? L'artista sostiene già una nave battente bandiera tedesca che salva migranti nel Mediterraneo.

Ha finanziato, infatti, il M.V. Louise Michel, che prende il nome da un'anarchica francese, e quest'anno ha lasciato una sua opera sulla fiancata della nave quasi fosse un marchio di fabbrica: una bambina con un giubbotto di salvataggio e un salvagente a forma di cuore.

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