CriminalitàLa famiglia del sequestratore del treno ucciso a Yverdon fa causa
nt, ats
18.2.2024 - 20:13
La morte del richiedente asilo che aveva preso in ostaggio i passeggeri di un treno vicino a Yverdon (VD) lo scorso 8 febbraio è considerata «un'ingiustizia» dalla sua famiglia. Quest'ultima ha sporto denuncia, ha reso noto questa sera la RTS.
nt, ats
18.02.2024, 20:13
18.02.2024, 20:26
SDA
L'informazione è stata confermata a Keystone-ATS da Eric Kaltenrieder, procuratore generale del canton Vaud. «La famiglia ha sporto denuncia il 15 febbraio, acquisendo lo status di parte civile nel procedimento», ha fatto sapere. A questo stadio non ha però potuto fornire maggiori informazioni.
Alla trasmissione Forum della RTS il fratello del sequestratore, raggiunto in Iran per telefono, ha detto che «Non appoggiamo i suoi atti, ma non meritava di essere ucciso. È un'ingiustizia. Speriamo che lo Stato svizzero, e la polizia che l'ha ucciso e che non avrebbe dovuto, ci riconsegnino almeno la bara», ha aggiunto.
Sempre intervistata dalla RTS, una confidente dell'uomo ha spiegato di averlo chiamato durante il sequestro per convincerlo a mettervi fine. «L'ho supplicato diverse volte di smetterla. Mi ha risposto 'sorella, è la fine della mia vita'».
I fatti
La presta d'ostaggi, ricordiamo, era durata circa quattro ore ed è terminata con un assalto delle forze dell'ordine.
Il sequestratore – un curdo iraniano di 32 anni – era armato di un'ascia e di un coltello e il treno era stato fermato, con le porte chiuse, alla fermata di Essert-sous-Champvent.
L'assalto della polizia è avvenuto in un momento in cui l'uomo era separato dai suoi ostaggi. Prima dell'intervento erano stati usati esplosivi come diversivo.
Quando il sequestratore – brandendo l'ascia – si è mosso in direzione della squadra di intervento, è stato abbattuto.