Batterio vegetale Xylella: non c'è cura, UE a rischio

ATS

15.5.2019 - 11:55

La tempestiva applicazione delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello Ue, tra cui il taglio delle piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri, sono decisive nella lotta al batterio vegetale xylella fastidiosa.
La tempestiva applicazione delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello Ue, tra cui il taglio delle piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri, sono decisive nella lotta al batterio vegetale xylella fastidiosa.
Source: KEYSTONE/AP/GAETANO LO PORTO

Non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale xylella fastidiosa che minaccia non solo i Paesi mediterranei ma la maggior parte del territorio dell'Unione europea, come altre regioni del mondo.

Sono le conclusioni di due pareri dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), resi noti mercoledì. Le opinioni confermano che alcuni trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio. L'applicazione tempestiva delle misure di controllo UE resta quindi l'unico modo per fermarlo.

La lotta alla xylella, sottolineano gli esperti EFSA nei documenti con cui aggiornano allo stato attuale delle conoscenze scientifiche altrettanti rapporti del 2015, è complicata dal ritardo con cui si manifestano i sintomi. Controllo degli insetti vettori e corretta e tempestiva applicazione delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello UE (taglio delle piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri) risultano quindi decisive.

Il batterio xylella fastidiosa, capace di infettare oltre 500 specie vegetali in tutto il mondo con 100 milioni di dollari l'anno di danni calcolati solo sui vigneti californiani, è stato individuato per la prima volta in Europa nel 2013 nel Salento, in Puglia, quale responsabile della sindrome di disseccamento rapido degli ulivi. Nel 2015 il batterio è stato identificato in Francia, in Corsica e nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Nel 2016 è stata la volta delle Baleari, con infezione di ulivi, viti e mandorli, e di una serra in Germania.

In Svizzera

Nel settembre 2015 l'organismo nocivo è stato rilevato anche in Svizzera su piante di caffè importate provenienti dall'America centrale. Per fortuna qui finora è stato possibile evitare l'attecchimento e la diffusione del batterio, scrive l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) sul suo sito internet.

Nella Confederazione, da aprile 2015 sono in vigore misure specifiche per la protezione contro l'introduzione e l'ulteriore diffusione di xylella fastidiosa, che vengono periodicamente aggiornate nell'ordinanza dell'UFAG concernente le misure fitosanitarie per l'agricoltura e l'ortoflorovivaismo esercitata a titolo professionale (OMF-UFAG).

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