Terrorismo A cinque anni dall'attacco al Bataclan, l'Unione Europea ripensa Schengen

SDA

13.11.2020 - 19:44

Persone con in mano dei fiori ricordano le vittime dell'attentato al Bataclan di cinque anni fa.
Persone con in mano dei fiori ricordano le vittime dell'attentato al Bataclan di cinque anni fa.
sda

A cinque anni dagli attacchi di Parigi, quando un commando di attentatori lasciò dietro di sé 130 morti, di cui 89 al teatro Bataclan, i ministri dell'Interno dell'Unione Europea si sono riuniti oggi per mettere a punto un piano di fronte agli ultimi attacchi.

Al centro della discussione, la necessità di rafforzare le frontiere esterne per difendere l'area Schengen. Il rischio, in caso di fallimento, è che qualcuno possa voler tirare fuori il vecchio progetto di una mini-Schengen, solo per pochi eletti.

La commissaria europea Ylva Johansson ha capito «l'urgenza» e si è impegnata a presentare una nuova agenda per la lotta al terrorismo, il 9 dicembre, e una strategia per riformare Schengen a maggio, avviando un forum specifico già dal 30 novembre.

Una riforma chiesta soprattutto dal presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi, dopo la decapitazione di Samuel Paty e l'attacco nella basilica di Notre Dame, ha blindato il confine con Italia e Spagna, raddoppiando i poliziotti in servizio.

Necessità di sfruttare al massimo le misure già disponibili

Intanto i ministri si sono trovati concordi sulla necessità di sfruttare al massimo le misure già disponibili per salvaguardare l'area di libera circolazione, come il Sistema di informazione Schengen, ma di volerne migliorare le prestazioni, alimentandolo con un maggiore numero di dati per avere un quadro preciso di chi si muove nel territorio dell'Unione, e spingendo al tempo stesso sul pedale dell'interoperabilità dei database per agevolare lo scambio di informazioni tra forze dell'ordine.

Di cruciale importanza la registrazione dei migranti, con Johansson che ha ricordato come «il 22%» di quanti arrivano nel nord Europa non sono segnalati all'entrata.

Di iniziative sul tavolo ce ne sono svariate, tutte elencate in una dichiarazione congiunta dei 27 ministri decisi a dare «una risposta globale» agli attentati messi a segno da estremisti – talvolta foreign fighter – che si muovono con disinvoltura da un capo all'altro dell'Europa.

Si va dal partenariato permanente delle polizie ad un rafforzamento di Europol ed in particolare della sua unità antiterrorismo, ad accordi con le piattaforme online per la rimozione dei contenuti terroristici e di incitazione all'odio «entro un'ora al massimo».

22mila siti web con manuali su come commettere attentati

Lo scorso luglio, in un giorno, sono stati individuati 22mila siti web, con manuali su come commettere attentati e restare anonimi dopo averli compiuti. E durante la pandemia, avverte Europol, «è aumentata la propaganda pubblicata e consumata su Internet» ed è salita la ricerca di «nuovi obiettivi, che potrebbe concretizzarsi in trame più sofisticate».

Ma mentre l'Austria di Sebastian Kurz, dopo l'attentato a Vienna del 2 novembre, prevede di creare un «reato di Islam politico», i 27 ministri hanno tenuto a precisare che «la lotta al terrorismo non è diretta contro credenze religiose o politiche, ma contro l'estremismo fanatico e violento».

Nella versione definitiva della dichiarazione qualsiasi riferimento all'Islam è stato sfumato. «Dobbiamo concentrarci su misure nel pieno rispetto dello stato di diritto», ha suggerito il presidente di turno, il tedesco Horst Seehofer.

Intanto la Tour Eiffel, nella notte del ricordo, si è accesa scintillando ogni ora in memoria delle vittime del 13 novembre 2015. Parigi 'fluctuat nec mergitur', Parigi è sbattuta dalle onde ma non affonda, recita lo storico motto latino della città.

Tornare alla home page