AfghanistanI talebani di nuovo al potere da un anno
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15.8.2022 - 19:40
I Talebani oggi, lunedì, hanno celebrato l'anniversario del loro ritorno al potere in Afghanistan cantando vicino all'ex ambasciata americana a Kabul. Si è trattato di un anno segnato da un forte declino dei diritti delle donne e da una profonda crisi umanitaria.
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15.08.2022, 19:40
15.08.2022, 19:44
SDA
Il 15 agosto 2021, i fondamentalisti islamici si sono impadroniti della capitale Kabul senza combattere, al termine di un'offensiva lampo condotta in tutto il Paese contro le forze governative oramai in rotta, sull'onda del ritiro delle truppe americane e della NATO dopo vent'anni di conflitto che ha causato decine di migliaia di morti.
Oggi a Kabul, molti Talebani, sia armati che disarmati, si sono riuniti spontaneamente in piazza Massoud, un grande incrocio decorato con bandiere bianche, simbolo dell'emirato islamico afghano, di fronte all'ex ambasciata statunitense e che conduce all'aeroporto, ha osservato un reporter di AFP-TV. Anche alcune donne in burqa hanno marciato sventolando striscioni.
«Questa grande vittoria è arrivata dopo innumerevoli sacrifici e difficoltà», ha dichiarato in un tweet Abdul Ghani Baradar, vice primo ministro e cofondatore del movimento talebano. «Quel giorno (...), l'Emirato Islamico ha messo in ginocchio la superpotenza mondiale e i suoi alleati, e gli afghani hanno ottenuto la loro indipendenza», ha aggiunto l'uomo che nel 2020 ha firmato l'accordo con Washington che ha portato al ritiro delle truppe straniere dal Paese.
Un ritiro caotico che è proseguito fino al 31 agosto, con decine di migliaia di civili in preda al panico che si sono precipitati all'aeroporto della capitale per essere evacuati dal Paese. Immagini impressionanti di folle che si arrampicano sugli aerei parcheggiati sulla pista, o che cercano di aggrapparsi a un aereo cargo militare statunitense in fase di decollo, hanno fatto il giro del mondo.
Limitazione dei diritti delle donne
A un anno di distanza, i combattenti talebani festeggiano con gioia il ritorno del loro movimento al potere, mentre le agenzie di aiuto umanitario sono allarmate nel vedere la metà dei 38 milioni di abitanti del Paese in condizioni di estrema povertà.
Per gli afghani comuni, soprattutto per le donne, il ritorno dei fondamentalisti islamici ha solo amplificato le difficoltà. Molto rapidamente e nonostante le promesse iniziali, i nuovi padroni del Paese sono tornati in gran parte all'interpretazione ultra-rigorista dell'Islam che aveva caratterizzato il loro primo periodo al potere tra il 1996 e il 2001, limitando fortemente i diritti delle donne.
Le donne sono escluse da molti lavori pubblici e non possono viaggiare da sole fuori dalla loro città. A marzo, gli islamisti hanno chiuso alle ragazze le scuole superiori e medie, poche ore dopo la loro riapertura annunciata da tempo. All'inizio di maggio, il leader supremo dei Talebani ha ordinato alle donne di indossare in pubblico il velo integrale, preferibilmente il burqa. Sabato a Kabul, i Talebani hanno sparato in aria per disperdere circa 40 donne che manifestavano per il diritto al lavoro e all'istruzione.
Crisi economica
Sebbene gli afghani beneficiano del calo della violenza con la fine della guerra, molti sono colpiti duramente da una grave crisi economica e umanitaria. Gli averi all'estero del Paese sono stati congelati da Washington. E gli aiuti internazionali, che finanziavano circa l'80% del bilancio afghano, stanno riprendendo solo lentamente dopo essere stati bloccati.
Nessun Paese ha finora riconosciuto il regime talebano. E, se il governo di Kabul continua nella sua politica, il tasso di povertà verosimilmente aumenterà portando l'Afghanistan nella peggiore crisi umanitaria mai vista prima.