Cambiamento climatico Si apre la COP28 con un accordo sugli aiuti ai Paesi poveri

SDA

30.11.2023 - 20:12

Sultan Ahmed Al Jaber, presidente designato della COP28, ministro dell'industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti, inviato speciale per i cambiamenti climatici degli Emirati Arabi Uniti e amministratore delegato del gruppo della Compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi (ADNOC), ha aperto i lavori alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (COP28) a Dubai.
Sultan Ahmed Al Jaber, presidente designato della COP28, ministro dell'industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti, inviato speciale per i cambiamenti climatici degli Emirati Arabi Uniti e amministratore delegato del gruppo della Compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi (ADNOC), ha aperto i lavori alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (COP28) a Dubai.
KEYSTONE

Si è aperta con un accordo definito da molti «storico» la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Conferenza delle Parti-Cop28) a Dubai.

Keystone-SDA

Il primo atto delle 198 Parti (197 nazioni più l'Unione europea) partecipanti è stato di rendere operativo il fondo «Loss & damage» presso la Banca mondiale con aiuti ai Paesi più poveri e vulnerabili, in genere i più colpiti da eventi meteorologici sempre più estremi.

Mentre dall'Organizzazione meteorologica mondiale arriva l'ennesimo appello ad agire prima che si troppo tardi: «Il 2023 – confermano le previsioni – sarà l'anno più caldo di sempre».

Il fondo per i Paesi più poveri era stato approvato come principio l'anno scorso nella Cop27 a Sharm-El-Sheikh, in Egitto. I primi contributi dichiarati sono per circa 280 milioni di dollari.

Pur riconoscendo l'importanza dell'accordo per la «giustizia climatica», la presidente del Gruppo dei 46 Paesi meno sviluppati, Madeleine Diouf Sarr, ha osservato che «un fondo vuoto non può aiutare la nostra gente».

«Il lavoro è lontano dall'essere completato», ha commentato l'alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis). E Rachel Cleetus, del gruppo americano Union of Concerned Scientists (Ucs), ha sottolineato che «sono attese promesse in miliardi non in milioni».

Un accordo «storico»

Un accordo «storico» per Climate Action Network (Can), la più grande rete al mondo di ONG (oltre 1900 in più di 130 Paesi) anche se «l'attenzione – è stato spiegato – deve ora concentrarsi sulla causa principale della crisi climatica, con un piano per eliminare gradualmente i combustibili fossili».

Al fondo L&D sono arrivati i primi impegni (100 milioni di dollari dal Paese ospitante la Cop28, gli Emirati Arabi Uniti, altri 100 dalla Germania, 17,5 milioni dagli Stati Uniti, 10 milioni dal Giappone, 60 milioni di sterline dalla Gran Bretagna), gli altri dovrebbero essere dichiarati tra domani e sabato dai capi di Stato e di governo negli interventi di alto livello.

Si vedrà cosa metteranno sul piatto Cina (il più grande inquinatore assieme agli Stati Uniti ma considerato in via di sviluppo), India e i «petrol-Stati» Arabia Saudita, Russia e Brasile.

Il giorno inaugurale della Cop, dedicato a definire l'agenda dei lavori che dureranno fino al 12 dicembre, è stato aperto con un minuto di silenzio per le vittime del conflitto a Gaza.

Il 2023 l'anno più caldo di sempre

Intanto l'Onu, attraverso l'Organizzazione mondiale della meteorologia, ha confermato che il 2023 sarà l'anno più caldo di sempre. «I livelli di gas a effetto serra sono da record. Le temperature globali sono da record. L'innalzamento del livello del mare è da record. Il ghiaccio marino antartico è ai minimi storici», ha avvertito il segretario generale dell'agenzia dell'Onu, Petteri Taalas.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha reagito alla notizia dicendo: «Stiamo vivendo il collasso climatico in tempo reale».

«La Cop può dare risultati e lo farà»

Aprendo i lavori, il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber ha sottolineato che è stata «la prima volta che una decisione», quella sul L&D, «è stata adottata il primo giorno di una Cop e anche la velocità con cui lo abbiamo fatto è unica». Ha quindi esortato i delegati a «garantire di includere il ruolo dei combustibili fossili nel documento finale».

Petrolio, gas, carbone e metano sono i principali responsabili dei gas serra, all'origine dell'innalzamento della temperatura globale e dei cambiamenti climatici. «La Cop può dare risultati e lo farà», ha assicurato Al Jaber (che è CEO della compagnia petrolifera di Stato e nel contempo guida una azienda emiratina di energia rinnovabile).

Sul tavolo il bilancio dei progressi di ogni Paese

Sul tema delle fonti fossili, fortemente divisivo, il capo delle Nazioni Unite per il clima, Simon Stiell, ha detto: «Se non decidiamo la fase terminale dell'era dei combustibili fossili come la conosciamo, accettiamo il nostro declino terminale. E scegliamo di pagare con la vita delle persone».

Un obiettivo centrale della Cop28 sarà proprio il bilancio dei progressi di ciascun Paese nel taglio dei gas serra, come previsto dall'Accordo di Parigi del 2015.

Papa Francesco ha auspicato su X che la Conferenza mostri «la nobiltà della politica, non la sua vergogna».