EU L'allarme di Macron: «L'Europa è accerchiata, può morire»

SDA

25.4.2024 - 19:27

Macron è tornato nell'antica università parigina per tracciare un bilancio dei progressi realizzati finora e definire gli orientamenti da lui auspicati per l'avvenire.
Macron è tornato nell'antica università parigina per tracciare un bilancio dei progressi realizzati finora e definire gli orientamenti da lui auspicati per l'avvenire.
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Un grido di riscossa contro il rischio che l'Europa muoia: a meno di due mesi dalle elezioni europee del 9 giugno, Emmanuel Macron invoca un sussulto collettivo per l'affermazione di un'Unione più forte, prospera e fedele a quegli stessi valori umanistici che l'hanno resa grande nel mondo.

25.4.2024 - 19:27

Un appello alla mobilitazione generale, quello del presidente francese eletto nel 2017 sulle note dell'Inno alla Gioia, per la definitiva uscita dall'ingenuità e l'avvento di un'«Europa potenza», in grado di rispondere alle sfide del nuovo millennio, a cominciare da un necessario «cambio di passo» sulla difesa comune.

A sette anni dal suo primo discorso per «un'Europa sovrana, unita e democratica» alla Sorbona, solo pochi mesi dopo la sua prima vittoria all'Eliseo, Macron è tornato nell'antica università parigina per tracciare un bilancio dei progressi realizzati finora (tra cui il piano di rilancio NextGenerationEU che ha introdotto per la prima volta una forma di mutualizzazione del debito al livello dei Ventisette) e definire gli orientamenti da lui auspicati per l'avvenire. Un intervento fiume durato quasi due ore.

Un auditorio gremito

Nell'auditorium gremito della Sorbonne erano presenti 500 invitati, tra cui il premier Gabriel Attal, i principali ministri del governo, il commissario europeo Thierry Breton, nonché gli ambasciatori degli altri 26 Stati membri dell'Unione.

«La nostra Europa è mortale, può morire», scongiurare questa prospettiva «dipende unicamente dalle nostre scelte, ma vanno fatte ora», ha ammonito il leader francese, descrivendo un'Unione «accerchiata» davanti alle potenze regionali e i venti di guerra tornati a soffiare sul Vecchio continente dopo l'aggressione russa in Ucraina.

Dinanzi a questi scenari, ha avvertito, serve «un cambio di paradigma profondo, essenziale», con un programma strategico «credibile» sulla difesa.

Consolidare l'industria difensiva «è una necessità»

Macron è tornato ad insistere sulla necessità di nuove forme di debito comune per investire nel settore militare, nonché l'introduzione di una «preferenza europea», una sorta di clausola «Made in Europe» per lo Spazio e della difesa.

Il consolidamento della nostra industria difensiva «è una necessità», ha martellato, deplorando che oggi l'Europa continui ad acquistare l'80% del suo arsenale da potenze straniere tipo Stati Uniti o Corea del Sud.

Quanto alle politiche migratorie, cavallo di battaglia dell'estrema destra in vista del voto UE (oggi il Rassemblement National di Marine Le Pen stacca di almeno dieci punti il partito presidenziale Renaissance), Macron ha esaltato il patto sull'asilo recentemente approvato a Strasburgo e invocato un'Europa che riprenda «il controllo delle proprie frontiere», proponendo una «struttura politica» continentale, un «consiglio Schengen» che decida «efficacemente» su migranti, criminalità e terrorismo.

«Una deroga alla libera concorrenza»

Sul fronte economico, il presidente bersagliato in questi ultimi mesi dalle opposizioni per lo stato allarmante delle finanze pubbliche francesi (con un rapporto deficit/Pil schizzato al 5,5% nel 2023, ben al di sopra delle previsioni) ha chiesto «uno shock di investimenti comuni», ma anche l'introduzione di un «obiettivo di crescita», oltre al contenimento dell'inflazione.

Dinanzi alla concorrenza di Stati Uniti e Cina, che «non rispettano» le regole, il leader francese propone «una deroga alla libera concorrenza» su alcuni settori strategici, come l'intelligenza artificiale e le tecnologie verdi.

L'ingresso di Macron alla campagna per il voto europeo?

Macron si è appellato infine all'Europa affinché riannodi il filo della propria antica tradizione umanistica, forgiando i cittadini di domani attraverso «il sapere, la cultura e la scienza».

Promuovendo, tra l'altro, «un'Europa della maggiore età digitale a 15 anni», prima dei quali non può esserci accesso alle reti sociali senza il controllo dei genitori, ma anche «un'alleanza dei musei e delle biblioteche europee». Oltre all'introduzione di un pass cultura UE e di un «pass interrail» per contribuire alla mobilità dei giovani.

Secondo gli osservatori, il cosiddetto discorso «La Sorbonne 2» voleva segnare in qualche modo l'ingresso di Macron nella campagna per il voto europeo, anche se all'Eliseo respingono seccamente questa versione, ripetendo che si tratta solo di indicare una rotta per il dopo-voto e «pesare» sull'agenda strategica della futura Commissione europea.

SDA