Impeachment Gli Stati Uniti scossi dai video shock, «Trump sapeva tutto»

SDA

12.2.2021 - 08:33

Gli agenti di Capitol Hill con le pistole in mano per proteggere la sala dall'assalto dei sostenitori di Donald Trump il 6 gennaio 2021. 
Gli agenti di Capitol Hill con le pistole in mano per proteggere la sala dall'assalto dei sostenitori di Donald Trump il 6 gennaio 2021. 
KEYSTONE / AP Photo / Andrew Harnik

Gli Stati Uniti sono scioccati dalle inedite, agghiaccianti immagini dell'attacco armato al Congresso mostrate dall'accusa, che ieri ha concluso dopo 16 ore la sua esposizione nel processo di impeachment contro l'ex presidente Donald Trump, «l'istigatore in capo». 

Tanto che l'attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden, pur non avendo seguito in diretta il dibattimento, ipotizza che «qualcuno potrebbe aver cambiato opinione». Lo si scoprirà nel weekend, quando è attesa la sentenza, dopo che la difesa ha deciso di limitare il suo intervento a venerdì.

Ma per i repubblicani diventa sempre più imbarazzante assolvere il loro ex presidente di fronte alla pistola fumante esibita dall'accusa e ai nuovi sviluppi. Come le rivelazioni del senatore repubblicano dell'Alabama Tommy Tuberville, il quale ha raccontato che immediatamente dopo l'attacco al Capitol informò Trump che il suo vice Mike Pence era appena stato evacuato.

La telefonata avvenne poco dopo le 14.00, quando l'allora presidente twittò che Pence non aveva avuto il coraggio di ribaltare la vittoria di Biden. O come le accuse mosse dal Dipartimento di giustizia, che per la prima volta ha collegato direttamente le parole del commander in chief all'azione di un gruppo estremista.

Alcuni assalitori: «Abbiamo seguito le incitazioni di Trump»

«Mentre si avvicinava la cerimonia di inaugurazione, Jessica Watkins indicava che stava aspettando direttive dal presidente Trump», scrivono i procuratori nell'inchiesta contro una dei leader del gruppo paramilitare di destra Oath Keepers.

Finora almeno quattro rivoltosi arrestati hanno sostenuto in tribunale di aver seguito gli appelli di Trump ad attaccare il Capitol. Dichiarazioni analoghe citate nella terza giornata di udienza del processo all'ex presidente potrebbero aggravare la sua posizione.

Intanto i procuratori dell'impeachment hanno tentato di inchiodarlo usando le sue stesse parole, i suoi tweet, i suoi comizi, le sue minacce, in un'efficace ricostruzione con video e audio capace di svelare più in profondità tutta la violenza e la premeditazione dell'attacco. Il Paese e il Senato hanno rivissuto l'incubo del 6 gennaio come in un film dell'orrore.

«Erano pronti ad uccidere Pence e Pelosi»

Tra le nuove, drammatiche immagini della videosorveglianza interna quella dell'evacuazione di Mike Pence e della sua famiglia mentre i rivoltosi invocavano la sua impiccagione. O della speaker Nancy Pelosi barricata insieme ai suoi collaboratori mentre alcuni assalitori irrompevano nel suo ufficio chiedendo sinistramente «dove sei, Nancy?»: una scena degna di Shining.

«Erano pronti ad uccidere Pence e Pelosi», ha incalzato l'accusa. Ma anche il senatore repubblicano Mitt Romney se l'è vista brutta e solo guardando per la prima volta il filmato ha realizzato di essere stato salvato da un agente che gli ha indirizzato la giusta via di fuga.

In un'altra clip si vede il leader dei senatori repubblicani Chuck Schumer costretto a fare marcia indietro di corsa, guidato dalla scorta con le armi spianate.

Alcuni parlamentari scrissero sms d'addio alle famiglie

Molti parlamentari temettero per la loro vita e mandarono sms di addio ai familiari, come ha rivelato il deputato democrtico Eric Swalwell, uno dei «pubblici ministeri».

L'accusa ha quindi cercato di dimostrare come l'assalto non era solo il risultato del comizio precedente ma il culmine di una «grande menzogna», di un piano preparato da almeno cinque-sei mesi per evocare i brogli in caso di sconfitta e scatenare la risposta di piazza.

Trump, secondo l'accusa, sapeva che cosa si stava tramando sui social e fece spallucce agli allarmi della polizia federale Fbi. E quando fu sferrato l'attacco al Capitol lo guardò «eccitato come fosse un reality show», ignorò gli appelli di consiglieri e famigliari per spegnere le fiamme e non mosse un dito, senza mostrare neppure in seguito alcun segno di pentimento.

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