È improbabile che le app di tracciamento dei contatti siano efficaci per ridurre la diffusione del Covid-19. Questa la conclusione di una revisione della letteratura scientifica pubblicata sulla rivista Lancet Digital Health.
Essa mostra come le prove sull'efficacia dei sistemi automatizzati di tracciamento siano, ad oggi, limitate. Una ricerca dello University College London (Ucl) ha esaminato più di 4000 studi sul tema pubblicati tra gennaio e aprile 2020, selezionando i 15 che presentavano maggior solidità e li ha analizzati per comprendere l'impatto che le app di contact tracing potrebbero avere nel controllo della pandemia.
«Sebbene il tracciamento automatico dei contatti possa supportare quello manuale, richiede una diffusione su larga scala da parte della popolazione e il rispetto rigoroso dell'avviso di quarantena da parte dei contatti notificati per avere un impatto significativo», osserva l'autore principale, Isobel Braithwaite.
Al momento tuttavia «non abbiamo buone prove sul fatto che la notifica da un'app per smartphone sia altrettanto efficace nel rompere le catene di contagi offrendo consigli per isolare chi è entrato in contatto con un caso di Covid-19 rispetto ai consigli forniti da un esperto di sanità pubblica», afferma Robert Aldridge, dell'Ucl Institute of Health Informatics.
Inoltre gli approcci automatizzati sollevano potenziali problemi di privacy ed etica e fanno anche affidamento su un elevato possesso degli smartphone, quindi potrebbero «aumentare il rischio di Covid per i gruppi vulnerabili come anziani o senza fissa dimora». La nostra ricerca, conclude Braithwaite, «ha evidenziato l'urgente necessità di un'ulteriore valutazione di queste app all'interno della pratica della salute pubblica, poiché nessuno degli studi forniva reali prove della loro efficacia».