Elezioni In Argentina Milei cavalca il voto della protesta

SDA

21.10.2023 - 20:11

Il fenomeno dell'ascesa di Javier Milei è da interpretare nella cornice di un Paese piegato da una profonda crisi economica. (Foto d'archivio)
Il fenomeno dell'ascesa di Javier Milei è da interpretare nella cornice di un Paese piegato da una profonda crisi economica. (Foto d'archivio)
Keystone

Considera i cambiamenti climatici «una farsa di sinistra». Promette di chiudere la Banca centrale e di basare l'economia dell'Argentina solo sul dollaro Usa.

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Javier Milei, l'eccentrico nemico della casta, l'anti-sistema dal ciuffo ribelle che si riconosce nell'estrema destra spagnola Vox, cavalca la protesta dei lavoratori che non arrivano a fine mese, col sogno di vincere al primo turno le presidenziali che domani chiameranno oltre 35 milioni di elettori argentini alle urne.

Un esito per niente scontato. I sondaggi restituiscono infatti un panorama molto incerto, in cui il peronista progressista Sergio Massa di Union por la Patria (Uxp), e la conservatrice Patricia Bullrich di Juntos por el cambio (Jxc) rincorrono l'anarco-capitalista della Libertad Avanza (Lla) con margini percentuali risicati. Uno scenario in cui il voto degli indecisi, stimato tra il 10 e il 12%, sarà l'ago della bilancia.

E anche se gli osservatori non escludono l'ipotesi di un cigno nero – come avvenuto alle primarie generali, quando Milei era balzato a sorpresa in testa alle preferenze col 29,8% (sorpassando Bullrich al 28%, e Massa al 27,8%) – per conquistare la Casa Rosada servirà il 45%, oppure il 40% con uno scarto del 10% sul secondo avversario. Diversamente, la disputa slitterà di un mese, col ballottaggio del 19 novembre.

Nuovo Trump sudamericano

Dalla sua, il nuovo Trump sudamericano ha la capacità di interpretare la rabbia accumulata in anni di decadenza socioeconomica del Paese, con un malcontento che ad agosto era persino sfociato nei saccheggi dei supermercati nelle province più povere.

Nonostante l'ultra-liberista predichi di voler chiudere tutti i rubinetti dei sussidi statali, con la privatizzazione di ospedali, scuole, e trasporti – andando contro gli stessi interessi di molti dei suoi sostenitori – il fenomeno della sua ascesa è da interpretare nella cornice di un Paese piegato da una profonda crisi economica, attraversato da un'inflazione schizzata al 140%, e dalla sua grande voglia di riscatto.

Ma è da leggere anche nell'epica di una guerra alla politica corrotta, accusata di aver trascinato l'Argentina sull'orlo del baratro: la «casta ladrona» che Milei – «re di un mondo perduto» – dichiara di voler fare a pezzi, come rappresentato plasticamente durante i comizi imbracciando una motosega, la sua spada. La stessa promessa elettorale, che nel 2019 aveva portato Jair Bolsonaro al più alto scranno del Brasile.

Non è infatti un caso, se all'hotel Sheraton Libertador di Buenos Aires, ad accompagnare lo spoglio delle schede, col leader della Libertad Avanza, oltre ad esponenti di Vox, ci sarà anche uno dei figli dell'ex presidente brasiliano, Eduardo Bolsonaro. La strategia digitale del suo successo è infatti nella mente di Fernando Cerimedo, fondatore del sito digitale La Derecha Diario, già impegnato nelle campagne del cileno Kast e di Bolsonaro, in un filo rosso che collega le Americhe da nord a sud, passando per quello che fu lo spin doctor di Trump, Steve Bannon.