Popolazione col fiato sospeso Ballottaggio storico, l'Argentina sceglie il suo nuovo presidente

SDA

19.11.2023 - 20:18

L'outsider Javier Milei al seggio elettorale.
L'outsider Javier Milei al seggio elettorale.
Keystone

L'Argentina sta aspettando col fiato sospeso il risultato del ballottaggio che determinerà il suo futuro nei prossimi quattro anni.

Keystone-SDA

Un'elezione cruciale per un Paese arenato in una grave crisi economica, e che proprio nel giorno dell'insediamento del nuovo governo – il 10 dicembre – festeggerà i quarant'anni dalla fine della dittatura.

Uno snodo storico, tra la rabbia di chi non riesce ad arrivare a fine mese e la paura di chi teme una nuova ondata autoritaria. E anche se l'ultimo sondaggio di AtlasIntel – l'unico istituto ad aver indovinato il risultato delle elezioni generali del 22 ottobre – prevede una vittoria del candidato ultraliberista di destra Javier Milei sul peronista progressista Sergio Massa, resta l'incognita delle schede in bianco.

Secondo le ultime rilevazioni la loro percentuale potrebbe oscillare tra il 10% e il 20% rivelandosi determinante per l'esito finale. Un elemento di incertezza a cui si aggiunge l'interrogativo sul transito del 37,6% di preferenze dei candidati eliminati al primo turno.

«Un'elezione estremamente importante» l'ha definita Massa, investito da un bagno di folla all'uscita del seggio nella sua città natale Tigre, nella provincia a nord di Buenos Aires. Un confronto che «dà la responsabilità di costruire un sentiero di speranza e di fiducia». «Una nuova tappa», ha indicato l'attuale ministro dell'Economia del governo Fernandez, che – se eletto – dovrà impegnarsi a trovare nuove formule per costruire un «cammino più virtuoso rispetto al passato». Quel passato di cui è espressione, e che lo ha proiettato nella corsa verso la Casa Rosada.

«Abbiamo fatto tutti gli sforzi nonostante la campagna della paura contro di noi, aspettiamo tranquilli il risultato, verranno giorni ancora più importanti di oggi», ha commentato d'altra parte Milei, ostentando un certo ottimismo, tra qualche fischio e l'abbraccio dei suoi sostenitori nel quartiere popolare di Almagro.

Il leader della Libertà avanza ha auspicato «un risultato chiaro in modo da avere un presidente eletto già questa notte». «È il momento che la gente si esprima nelle urne, speriamo che a partire da domani ci sia speranza», ha affermato.

Ma chiunque risulterà eletto si troverà di fronte una strada tutta in salita. Ad attenderli c'è una complicata agenda economica, che va dalla necessità di misure rapide per contenere le pressioni inflazionistiche senza incidere sul doloroso quadro socioeconomico al collo di bottiglia delle importazioni, dalle passività della Banca Centrale alle decisioni chiave sulle scadenze del debito pubblico e la trattativa con il Fondo monetario internazionale. E né Massa, né Milei sembrano avere le idee davvero chiare su cosa fare.