IsraeleL'ex primo ministro Barak a Netanyahu: «Vattene ora, per l'amor di Dio»
SDA
23.1.2024 - 18:47
Israele rischia di rimanere «impantanato per anni nel fango» della Striscia di Gaza, se Benjamin Netanyahu si ostina «a rigettare una via d'uscita» dalla sanguinosa guerra innescata dall'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Keystone-SDA
23.01.2024, 18:47
23.01.2024, 18:55
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Parola di Ehud Barak, ex primo ministro e soldato più decorato nella storia dello Stato ebraico, che dell'attuale premier fu in anni lontani anche comandante militare.
Intervistato dal britannico Daily Telegraph, Barak, 81 anni, non le manda dire al 74enne «Bibi», rivolgendosi a Netanyahu col suo nomignolo, e non nasconde di auspicarne l'uscita di scena al più presto. «Per l'amor di Dio, vattene», taglia corto citando le parole con cui Leo Amery, esponente Tory fra le due guerre mondiali, decretò la fine della carriera di Neville Chamberlain nel 1940.
«Israele – argomenta l'ex capo di governo ed capo di Stato maggiore delle forze israeliane – non può annunciare una vittoria senza distruggere Hamas sia militarmente sia nella sua capacità di governo. Mentre Hamas ha solo bisogno di sopravvivere, e sopravvivrebbe anche se Israele uccidesse (Yahya) Sinwar», suo leader politico.
Barak denuncia quindi l'attuale situazione politica nel suo Paese come una situazione di «vuoto di leadership» e imputa a Netanyahu di non voler prendere in considerazione neppure le sollecitazioni a pianificare una road map verso l'uscita dal pantano di Gaza che sale «dal suo gabinetto di guerra» per un mero interesse di sopravvivenza personale al potere. A costo, rincara la dose, di mettere in discussione la stessa «legittimazione» internazionale d'Israele e di aver portato la guerra oltre la soglia dei «100 giorni»: indicato come limite storico di sopportabilità in termini sia politici, sia militari.