Germania L'addio al nucleare slitta al 2023

SDA

5.9.2022 - 21:31

Slitta l'addio della Germania all'energia nucleare: per evitare scenari di crisi il vicecancelliere verde Robert Habeck, ministro di Economia e Clima, vuole tenere a disposizione come riserva fino ad aprile 2023 due delle tre centrali in via di spegnimento quest'anno.
Slitta l'addio della Germania all'energia nucleare: per evitare scenari di crisi il vicecancelliere verde Robert Habeck, ministro di Economia e Clima, vuole tenere a disposizione come riserva fino ad aprile 2023 due delle tre centrali in via di spegnimento quest'anno.
Keystone

Slitta l'addio della Germania all'energia nucleare: per evitare scenari di crisi il vicecancelliere verde Robert Habeck, ministro di Economia e Clima, vuole tenere a disposizione come riserva fino ad aprile 2023 due delle tre centrali in via di spegnimento quest'anno.

Intanto il colosso energetico Eon annuncia la necessità di verificare se il piano del governo che vuole tenere due centrali in stand by, a disposizione per riserva, sia fattibile.

Concretamente, «il personale sarà trattenuto, i controlli di sicurezza continueranno, ma non produrranno elettricità se non sarà necessario», la spiegazione fornita stasera alla stampa da Habeck.

E la Repubblica federale «tiene ferma l'uscita dal nucleare», dal momento che si tratta di una tecnologia «ad alto rischio», l'aggiunta del convinto ecologista.

«Errore fatale»

Parole che hanno subito sollevato le critiche dell'opposizione, con Jens Spahn, della Cdu, che ha parlato di «errore fatale» e lo stesso alleato di governo, il ministro delle Finanze liberale Christian Lindner, che dalle pagine della Sueddeutsche Zeitung replica: le centrali andrebbero mantenute accese «almeno fino all'inverno del 2024», per «garantire una riduzione dei prezzi dell'elettricità a cittadini e imprese». Serve uno stress test di politica economica non solo energetica, la sua tesi. Anche la Bild censura la decisione di Habeck, che «giocherebbe» con le sorti del Paese.

La scelta annunciata insieme ai vertici dei principali distributori di elettricità è stata comunicata con gli esiti degli stress-test: una seconda serie di verifiche disposta proprio in seguito all'inasprirsi della crisi energetica indotta dai tagli di Gazprom.

«Il secondo stress-test arriva alla conclusione che situazioni di crisi di ore, nel sistema dell'elettricità, per l'inverno 2022-23, sono molto improbabili ma non del tutto escluse. Per questo vengono consigliate una serie di misure, in modo che anche questi scenari molto poco probabili non comportino una sotto-copertura o dei blackout elettrici», ha scritto il ministero in una nota.

Mentre i responsabili dei colossi che distribuiscono l'elettricità nel Paese hanno sottolineato di essersi pronunciati a favore di una reazione più decisa, consigliando di «mantenere accese tutte e tre le centrali».

I russi «mentiranno ancora»

A una domanda su quanto le politiche di Gazprom impatteranno sulle politiche del governo tedesco, Habeck ha replicato secco: «Nessun impatto. Risolveremo i nostri problemi senza dover tener conto delle mosse di Putin», ha affermato, sottolineando che l'unica cosa sicura è che i russi «mentiranno ancora».

Il vicecancelliere ha risposto anche sulle dinamiche di politica interna, ricordando l'emotività del dibattito: «Ci sono partiti che hanno corretto la loro posizione, partiti che non lo hanno fatto, partiti che lo fanno costantemente. Il mio compito è non impelagarmi in tutto questo e garantire l'approvvigionamento energetico in Germania». Missione per la quale sarà fatto «tutto il necessario», ha assicurato il super ministro verde.

Il colosso energetico Eon annuncia la necessità di verificare se il piano del governo che vuole tenere due centrali in stand by, a disposizione per riserva, sia fattibile. Si tratta di capire se sia possibile sul piano tecnico e organizzativo, ha fatto sapere il gruppo.

Le centrali nucleari accese in Germania non sono impostate come centrali di riserva, che si possano accendere e spegnere in modo variabile. Eon aggiunge anche che la centrale Isar 2, una delle due coinvolte dal progetto, è fra le più sicure del mondo.