«Siamo due grandi nazioni, due grandi amici e due grandi potenze», con una «delle partnership più decisive del XXI secolo» e «la più forte, stretta e dinamica di tutti i tempi».
Il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente statunitense Joe Biden in conferenza stampa dalla Casa Bianca.
Il presidente statunitense Joe Biden con laFirst Lady Jill Biden e il primo ministro indiano Narendra Modi durante la cerimonia al suo arrivo.
Il Segretario alla difesa Lloyd J. Austin III (a sinistra), il Segretario di Stato Antony Blinken (a destra) durante l'inno statunitense.
Il Primo Ministro indiano Narendra Modi è in piedi con il Presidente Joe Biden mentre osservano il Corpo di Pifferi e Tamburi della Vecchia Guardia dell'Esercito degli Stati Uniti durante la cerimonia di benvenuto sul prato sud della Casa Bianca, giovedì 22 giugno 2023, a Washington.
I leader di Stati Uniti e India hanno annunciato una serie di accordi commerciali e di difesa volti a migliorare i legami militari ed economici tra le loro nazioni.
Il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente statunitense Joe Biden
Il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente statunitense Joe Biden in conferenza stampa dalla Casa Bianca.
Il presidente statunitense Joe Biden con laFirst Lady Jill Biden e il primo ministro indiano Narendra Modi durante la cerimonia al suo arrivo.
Il Segretario alla difesa Lloyd J. Austin III (a sinistra), il Segretario di Stato Antony Blinken (a destra) durante l'inno statunitense.
Il Primo Ministro indiano Narendra Modi è in piedi con il Presidente Joe Biden mentre osservano il Corpo di Pifferi e Tamburi della Vecchia Guardia dell'Esercito degli Stati Uniti durante la cerimonia di benvenuto sul prato sud della Casa Bianca, giovedì 22 giugno 2023, a Washington.
I leader di Stati Uniti e India hanno annunciato una serie di accordi commerciali e di difesa volti a migliorare i legami militari ed economici tra le loro nazioni.
Joe Biden ha steso il tappeto rosso alla Casa Bianca e siglato importanti accordi nella difesa e nel settore tech per la visita di stato del premier indiano Narendra Modi, accolto nel South Lawn con tutti gli onori, tra l'entusiasmo di una travolgente folla di 7.000 indiani americani arrivati da ogni angolo d'America che hanno acclamato entrambi i leader.
La visita rientra nella tela diplomatica che il presidente americano sta tessendo per rafforzare le alleanze contro la Cina, diventata il nemico numero uno dell'India, e la Russia, da cui New Delhi dipende fortemente per l'importazione di energia a basso costo e le forniture di armi, tanto da non aver condannato l'invasione di Mosca in Ucraina e non aver applicato le sanzioni.
Su questi due fronti Biden incassa una importante affermazione di Modi nella conferenza stampa finale, la prima del premier nei suoi 9 anni di governo: la priorità della pace sia nell'Indo-Pacifico che in Ucraina, dove New Delhi è «totalmente pronta» a sostenere gli sforzi in questa direzione.
Modi: «È l'apertura di un nuovo capitolo»
Il leader dem ha investito molto per rilanciare il rapporto tra le due più popolose democrazie del mondo, con l'India che conta 1,4 miliardi di abitanti ed oltre 4 milioni di indiani americani negli Usa, ormai inseriti a tutti i livelli, anche alla Casa Bianca con la vicepresidente Kamala Harris.
Un Paese che tra l'altro in settembre ospiterà il G20. «Le sfide e le opportunità che il mondo deve affrontare in questo secolo richiedono che l'India e gli Stati Uniti lavorino e guidino insieme», ha affermato Biden, incassando la risposta convinta di Modi.
«I due Paesi si impegnano a lavorare insieme per il bene globale e per la pace, la stabilità e la prosperità globali. La nostra forte partnership strategica è una chiara prova del potere della democrazia», ha detto il leader hindu, celebrando l'incontro con Biden come «l'apertura di un nuovo capitolo» nella relazioni bilaterali.
«Orgogliosi delle diversità»
Biden ha evocato anche il tema dei diritti, insistendo che la libertà di stampa e il pluralismo religioso sono tra i «principi democratici fondamentali» sia per gli Stati Uniti che per l'India «anche se hanno affrontato sfide nel corso della storia di ciascuna delle nostre nazioni».
Modi gli ha risposto diplomaticamente che entrambe le nazioni «sono orgogliose della loro diversità» e, in conferenza stampa, ha liquidato le domande dei cronisti sostenendo che «la democrazia è nel nostro dna, nel nostro spirito», e che in India «non c'è assolutamente spazio per le discriminazioni».
Non tutto rose e fiori
Come è noto, il premier indiano è criticato (anche dai rapporti del dipartimento di Stato) per il trattamento dei musulmani e delle altre minoranze religiose, oltre che dell'opposizione e dei media indipendenti.
Tanto che tre deputate dem di punta, Alexandria Ocasio-Cortez e le musulmane Ilhan Omar e Rashida Tlaib, hanno preannunciato il boicottaggio del (secondo) discorso di Modi al Congresso Usa, che a loro avviso non dovrebbe invitare leader con «precedenti sui diritti umani profondamente preoccupanti».
Altre decine di dem hanno scritto una lettera a Biden sollecitando a sollevare tali questioni «in modo franco e diretto», pur sostenendo più stretti legami con New Delhi.
Siglati diversi importanti accordi
Legami che i due leader hanno voluto rafforzare con una serie di accordi importanti, tra cui l'acquisto da parte di New Delhi di droni da combattimento MQ-9B SeaGuardians realizzati da General Atomics e un'intesa da miliardi di dollari per la produzione in India dei motori F414 per i nuovi caccia realizzati da General Electric, che prevede la condivisione di tecnologia top secret e salderebbe il legame fra le Difese dei due Paesi.
Allentando così la dipendenza da Mosca per quanto riguarda l'acquisto di armi. Sul fronte tecnologico, il colosso Usa Micron investirà 800 milioni di dollari in una fabbrica di semi conduttori nello Stato natale di Modi, il Gujarat, nell'ottica di diversificare la supply chain nel settore sottraendola dalla dipendenza cinese.
Dalle aziende indiane arriveranno oltre 2 miliardi di investimenti. Previsto anche un accordo di collaborazione spaziale per una missione sulla Iss e per Artemis, il progetto per riportare l'uomo sulla luna.