Assemblea generale Biden e Zelensky all'ONU: «Il mondo non abbandoni Kiev»

SDA

19.9.2023 - 20:48

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla 78esima Assemblea Generale dell'ONU a 
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla 78esima Assemblea Generale dell'ONU a 
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Il mondo non abbandoni l'Ucraina e continui a sostenerla contro l'invasione russa in difesa della carta dell'ONU, dell'ordine mondiale e della democrazia. E contro i potenziali aggressori di domani.

Keystone-SDA

È il comune appello lanciato oggi, martedì, alla 78esima Assemblea generale dell'Onu prima dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e poi dal presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, quest'ultimo al suo primo intervento di persona di fronte ad una platea affollata da 150 tra capi di Stato e di governo, ma senza i leader di Cina, Russia, Francia, Regno Unito e India.

Un appello condiviso dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e che arriva sullo sfondo dell'ennesima crisi internazionale: anche questa volta nell'ex spazio sovietico, con la riesplosione del conflitto nel Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian sotto l'ombra lunga del Cremlino.

Zelensky punta tutto su una «pace giusta»

Zelensky, in polo verde militare, punta tutto su una «pace giusta» ma nel frattempo chiede nuovi aiuti, come farà anche giovedì nella sua (seconda) visita alla Casa Bianca e al Congresso, dopo due importanti bilaterali a New York con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha rilanciato la necessità del dialogo per raggiungere la pace, evitando di «dividere il mondo in due blocchi e tornare alla guerra fredda».

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan si è invece impegnato davanti all'assemblea generale a «rafforzare» i suoi sforzi diplomatici per porre fine alla guerra «nel rispetto dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina».

Una visita che Mosca ha subito preso di mira: «È ovvio che l'accattone dipendente di Kiev sta andando a mendicare ancora denaro e armi dai suoi padroni americani», ha attaccato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, poco dopo l'annuncio della consegna «a breve» dei carri armati americani Abrams a Kiev.

«Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione»

Biden ha esortato il mondo a restare a fianco di Kiev, tentando di esorcizzare le crepe che si intravedono non solo nel fronte occidentale ma anche nel sostegno finora bipartisan del Congresso americano, dove i repubblicani non prevedono altri fondi per l'Ucraina nel loro piano per evitare lo shutdown di fine mese.

«La Russia – ha osservato nell'unico momento in cui ha alzato il tono delle voce – crede che il mondo si stancherà e permetterà di brutalizzare l'Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i principi fondamentali della Carta Onu per placare un aggressore, qualche Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l'Ucraina sia smembrata, l'indipendenza di qualche nazione sarà garantita? La risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani», ha messo in guardia, dopo che ad una raccolta fondi a New York aveva promesso di non inchinarsi mai a «dittatori come come Putin, come forse possono fare Trump e i sui amici Maga».

«Solo la Russia può porre fine a questa guerra»

«Ecco perché gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner in tutto il mondo, continueranno a stare al fianco del coraggioso popolo ucraino mentre difende la propria sovranità e integrità territoriale, e la propria libertà», ha aggiunto, ammonendo che «solo la Russia porta la responsabilità di questa guerra, solo la Russia ha il potere di mettere fine immediatamente a questa guerra».

Applausi in aula, come alla fine del suo discorso di 30 minuti in cui, senza annunciare nuove iniziative, ha vantato i successi delle politiche americane e invitato il mondo ad una azione collettiva sulla crisi climatica («una minaccia esistenziale per tutta l'umanità"), sulla sicurezza alimentare, sulla IA, sul multilateralismo («nessuna nazione può affrontare da sola le sfide di oggi»), sulla riforma delle istituzioni globali, a partire dall'allargamento del Consiglio di sicurezza.

Anche Guterres condanna la Russia

Un invito lanciato anche da Guterres, («riformare le istituzioni multilaterali o sarà rottura», «il cambiamento climatico è la minaccia più immediata»), che non ha esitato a condannare Mosca: «L'invasione russa dell'Ucraina, in violazione della Carta Onu e del diritto internazionale, ha scatenato un epicentro di orrore. Al di là dell'Ucraina, la guerra ha gravi implicazioni per tutti. Le minacce nucleari ci mettono a rischio, ignorare i trattati e le convenzioni globali ci rende meno sicuri, l'avvelenamento della diplomazia globale ostacola il progresso su tutti i fronti. Non dobbiamo smettere di lavorare per la pace, una pace giusta in linea con la Carta Onu e il diritto internazionale».

Domani Biden presenzierà al Consiglio di Sicurezza sul conflitto ucraino, unico leader dei cinque Paesi con diritto di veto (Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Cina e Russia) in una sessione dove il ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov si troverà faccia a faccia con Zelensky.