USA-AfghanistanBiden: «Obiettivi centrati, via da Kabul il 31 agosto»
SDA
9.7.2021 - 01:19
Il ritiro delle truppe americane sarà completato entro il 31 agosto, ma gli Stati Uniti non lasceranno soli gli afghani e continueranno a sostenere il governo di Kabul.
09.07.2021, 01:19
SDA
Lo ha annunciato Joe Biden in un lungo e appassionato discorso alla Casa Bianca, dove ha spiegato i motivi di quella che ritiene una decisione «giusta e tardiva» e giustificato la velocità delle operazioni come garanzia di sicurezza.
«Abbiamo raggiunto da tempo i nostri obiettivi, abbiamo ucciso Osama Bin Laden e sradicato le basi di Al-Qaida, non siamo andati lì per costruire una nazione. Ora stiamo mettendo fine alla più lunga guerra americana, non manderò un'altra generazione di americani a combattere laggiù», ha dichiarato, senza cadere nei toni celebrativi di una «mission accomplished», come fece George W. Bush nel 2003 per le operazioni in Iraq venendo poi smentito dai fatti.
Il presidente ha preferito rilanciare dalla Casa Bianca un messaggio ottimista, spiegando che dopo 20 anni di guerra ad Al-Qaida per gli attentati dell'11 settembre la missione è finita perché non ci può essere una soluzione militare, ma ha creato le basi per un Paese diverso, capace di difendersi e di decidere da solo il proprio destino, anche se difficilmente sarà unito senza un accordo con i talebani.
In ogni caso ha negato che l'intelligence statunitense preveda un collasso del governo di Kabul, aggiungendo che «non è inevitabile che l'Afghanistan cada nelle mani dei talebani: non sono l'esercito nordvietnamita».
Il commander in chief ha inoltre spiegato che gli Stati Uniti stanno riposizionando le loro forze «per affrontare le minacce terroristiche dove sono ora, nell'Asia meridionale, nel Medio Oriente e in Africa», conservando però «le capacità di proteggere il nostro Paese da ogni nuova sfida terroristica proveniente dall'Afghanistan».
Consegnata alle forze afghane anche Bagram
Consegnata alle forze afghane anche Bagram, base simbolo e cuore nevralgico di tutte le principali operazioni militari nel Paese, gli Usa continueranno a garantire il supporto aereo e la sorveglianza dei cieli da altri Paesi.
E non abbandoneranno alla vendetta dei talebani le migliaia di interpreti che hanno aiutato Washington, evacuandoli probabilmente entro fine agosto in Paesi terzi come Qatar ed Emirati Arabi, in attesa della concessione del visto americano. «C'è una casa per voi negli Stati Uniti», ha promesso Biden. In arrivo entro fine settimana anche 1,4 milioni di vaccini anti Covid.
In coincidenza con l'annuncio di Johnson sul ritiro
Le rassicurazioni di Biden arrivano in coincidenza con l'annuncio del premier britannico alla Camera dei Comuni che anche «gran parte delle truppe britanniche sono già partite». Boris Johnson ha ammesso che la situazione attuale nell'area resta «difficile», ma ha detto che gli alleati possono essere «fieri» dei 20 anni di missione militare afghana e che «non ci sono dubbi» come in questi anni siano stati fatti «progressi» rispetto al dopo 11 settembre o all'epoca della presenza di Osama bin Laden.
Ma le notizie che arrivano dal terreno sono allarmanti. I talebani continuano la loro offensiva occupando gli spazi abbandonati dalle forze Nato. Finora hanno riconquistato quasi il 50% dei distretti rurali, ossia un terzo del paese, e si stanno avvicinando pericolosamente a Kabul. Da due giorni hanno lanciato un attacco anche contro Qala-I-Naw, il primo contro una capitale provinciale dall'inizio del ritiro americano.
Il governo di Kabul ha inviato in elicottero centinaia di commando ma l'esito della battaglia appare incerto. Nei giorni scorsi le forze afghane hanno dovuto ritirarsi in Tagikistan per sfuggire all'offensiva dei talebani mettendo in allarme il Cremlino, preoccupato per la stabilità delle ex repubbliche sovietiche nell'Asia centrale.
Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha già avvisato che in caso di un attacco al Tagikistan dal confine con l'Afghanistan l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), una sorta di Nato costruita sulle ceneri dell'Urss, si riunirà urgentemente per rispondere. Il capo di stato maggiore della difesa britannica, il generale Nick Carter, ha ammesso che le ultime notizie dall'Afghanistan sono «piuttosto cupe», facendo eco al monito del generale americano Austin Miller, comandante della missione internazionale, che non ha escluso una guerra civile.
Non mancano le critiche, anche tra alti dirigenti afghani, che il ritiro sia stato affrettato per rispettare una scadenza politica e simbolica: quella del prossimo 11 settembre, 20/mo anniversario dall'attacco alle Torri Gemelle.